giovedì 24 marzo 2005

'Cazzo, è la nostra storia, demente!'

"Cazzo, è la nostra storia, demente!" è una frase pronunciata ieri, alla Camera, da Gavino Angius e indirizzata al capogruppo UDC D'Onofrio (...sì, proprio il masticatore che ha chiamato la polizia perchè infastidito dal giornalista delle Iene e che, nell'attesa dell'arrivo della Volante farneticava frasi del tipo "ve la fate sotto, adesso, eh...").

Ma il contesto è serio: durante la dichiarazione di voto sulle modifiche alla nostra Costituzione D'Onofrio ha affermato che "...nel '47 c'era chi voleva importare la Costituzione sovietica in Italia".

Visto che io non sono mai stato comunista, che sono ben felice della caduta del muro di Berlino e della nascita di una sinistra moderata ed europea anche in Italia, credo di potermi arrogare il diritto di ringraziare Angius.

La nostra Costituzione del 1947 fu uno dei momenti più alti della nascita di uno Stato finalmento moderno, democratico e rispettoso delle libertà e del bilanciamento dei poteri dello Stato a garanzia dei diritti fondamentali di tutti i cittadini.

E fu scritta e votata grazie ad uno sforzo enorme da parte di tutti gli schieramenti (cattolici, comunisti, azionisti, liberali) che accettarono di abbandonare ogni volontà di stravincere (e molti dogma di partito) in cambio di una Costituzione di tutti.

Lo stravolgimento di ieri, sia da un punto di vista metodologico sia dal punto di visto di cio' che ne è scaturito, non è altro che l'ennesima dimostrazione della pochezza e della rozzezza di chi, purtroppo, è stato chiamato a governarci.

Sono semplicemente schifato, arrabbiato, umiliato.

Gattostanco, 24 marzo 2005

giovedì 17 marzo 2005

Vivere (o morire) di spot?

VIVERE (O MORIRE) DI SPOT?
(Il sempre più incredibile premier)
La credibilità delle Istituzioni è fondamentale per un Paese moderno e democratico.
Noi continuiamo ad avere un premier improvvisatore che pensa di governare con gli spot.

Ma l'Italia non è un giornale di annunci economici e di pubblicità. E' un Paese che sta perdendo tutte le sfide economiche, culturali, di modernizzazione. E' un Paese che non crede più alle Istituzioni, delegittimate, viliese, derise dai comportamenti di buona parte di coloro che, purtroppo, vi sono stati insediati per uno sciagurato voto degli Italiani.

Berlusconi modifica le scelte di fondo del Paese a "Porta a Porta", improvvisa gli spot per guadagnare un voto in più, infischiandosene della credibilità sua e del suo governo. 
Per poi accorgersi, il giorno dopo, di averla sparata troppo grossa e accusare tutti i cattivoni comunisti di stravolgere il suo pensiero.
Che pena.

Ci sono le regionali tra venti giorni. Diamoci da fare. Facciamo in modo che le forze di governo "sentano" la sfiducia degli italiani.
E impegnamo un po' del nostro tempo per far crescere un'alternativa di sinistra moderna, europeista, democratica, credibile, moderata.


Gattostanco, 17 marzo 2005