domenica 30 marzo 2008

Memorial Spadino 2008

2.000 partecipanti per la nona edizione della manifestazione dedicata a Pierlucio Tinazzi e alla sicurezza dei motociclisti
La storia di Spadino la conosciamo tutti. E Riccardo Forte, il Presidente del Coordinamento Motociclisti, avrà sicuramente tanti difetti, ma non certo quello di essere retorico. Ha lasciato a noi il compito di ricordare il sacrificio di Pierlucio nei nostri cuori.
Ma la commozione nell'alzare i caschi in memoria di Spadino, di Stefano "e di tutti gli amici che ci hanno lasciato" è sempre forte, profonda.
Così come forte e profondo è l'esempio di collaborazione ed amicizia che si può stringere tra la forte ed organizzata FFMC ed il nostro CM: anche grazie alla tragedia del Tunnel del Monte Bianco ed all'incontro tra motociclisti italiani e motard francesi che avviene ogni anno sul piazzale del Tunnel, sta crescendo una coscienza univoca che lavorando insieme si possano ottenere risultati concreti a livello europeo.
La passione e la consapevolezza di poter impegnarsi insieme, anche contro l'individualismo che sempre di più ci circonda: questo l'appello di CM e FFMC di fronte alla mole imponente del Monte Bianco.
Il prossimo anno sarà la volta della decima edizione: noi ci saremo, perchè il Memorial Spadino non è un raduno o un viaggetto di piacere. Partecipare al Memorial Spadino è un po' sentirsi parte di una grande famiglia, è sentire la forza di questa comunità e l'esigenza di portare un fiore ed una testimonianza per un amico mai conosciuto che ha lasciato la vita vivendo fino in fondo il suo essere motociclista generoso e solidale.
E allora i chilometri di autostrada non saranno mai troppi e neppure noiosi, e una stanza a Caourmayeur o a Prè St. Didier si troverà. Al 2009!
Gattostanco, 30 marzo 2008
















lunedì 24 marzo 2008

Guzzi Stelvio: due giorni con la nuova 1200 di Mandello

Claudia ed io abbiamo provato la Stelvio, il nuovo maxienduro Guzzi con l'altrettanto nuovo motore ottovalvole.
Prova sotto la neve
al Passo della Colla
Lo abbiamo provato grazie alla cortesia e alla fiducia degli amici di Moto Europa che ci hanno prestato la Stelvio nel week-end pasquale. Peccato che il tempo non sia stato clemente, ma tra domenica e lunedì siamo comunque riusciti a fare alcune centinaia di chilometri... e con tutte le condizioni meteo, neve compresa. 
Del giorno di Pasqua abbiamo messo online un breve report, mentre del lunedì di pasquetta, e della splendida nevicata trovata in cima al Passo della Colla, vedete le foto qui a destra.
Ma veniamo alla moto: dal vivo ci piace molto: sembra costruita con cura. Componentistica ed accessori sono di alto livello: splendida la forcella Marzocchi da 50 millimetri, ma a me piace moltissimo anche il marmittone che, nella vista laterale, riempie il posteriore che sarebbe stato troppo "leggero" rispetto all'insieme cupolino-serbatoio. La strumentazione è ben leggibile e di facile consultazione grazie al comando unico posto nel blocchetto sinistro (però le funzioni sono molte, e quindi occorre studiare il manuale!).

In sella: non troppo alta (con il mio 1.80 pianto ancora tutte e due le suole a terra), molto spaziosa e comoda. 
Anche il passeggero ha una notevole porzione di sella e Claudia dice di sentirsi "quasi in piedi". L'imbottitura è abbastanza dura, però anche dopo alcune ore non c'è alcun indolenzimento. Buona la conformazione antiscivolo per il passeggero ed anche i maniglioni laterali.

Girata la chiave, il rombo è cattivo e molto più coinvolgente di quello della Norge e di molte altre moto.

La Stelvio è molto maneggevole. Sembra molto più leggera di quel che dice la bilancia. E' facilissima e la posizione in sella ti permette di dominare la strada in ogni frangente. Il cupolino protegge abbastanza bene e senza vortici già nella posizione più bassa: alzandolo aumentanta un po' la rumorosità sulla visiera del casco, ma anche la protezione alle intemperie.

I freni mi sembrano ben dimensionati e ottimamente modulabili: a me pare che si comportino più o meno come quelli della Norge (e quindi ottimi).
Il motore è potente. Ai regimi più bassi non ha una coppia entusiasmante, e quindi ti porta a tenerlo più allegro. Però la moto è agile e leggera, e allora ti trovi a guidare sportivamente, accelerando ad ogni uscita di curva. E quando ti avvicini ai 5000 giri trovi una "castagna" entusiasmante.
La Stelvio non è certamente la classica e tranquilla Guzzi che ti aspetti: ha un carattere che si avvicina ad una Ducati: è diverente ed adrenalinica, ed il rombo ignorante che ti accompagna ti fa sentire ben poco mototurista.

Il cardano è ottimo, sembra ancora più a punto del già ottima Carc che conosco bene sulla Norge: anche sulla neve non si è mai scomposta, e le Scorpion si sono dimostrate sempre a loro agio.

Io non sono molto abituato alla ruota anteriore del 19, ma non mi ci è voluto molto a prendre le misure alla Stelvio, una moto che anche in città si dmostra facile e gestibile.

Difetti?
Beh, sicuramente una moto turistica dovrebbe avere un serbatoio più capiente. Giunti a 190 km (neppure fatti troppo velocemente) si è accesa la spia della benzina, e ci sono stati 13 litri di benzina (quindi abbiamo fatto circa 15 km/litro... ma temo che se ci si fa prendere la mano il consumo possa aumentare :)
Con il bagnato, poi, la Stelvio spruzza abbasanza fango sulla schiena del passeggero... non ci sarebbe male un parafanghino, come non ci starebbero male i paramani per proteggere con il freddo le mani di chi guida.

Lo sportellino a destra del serbatoio, invece, è comodo e si è rivelato assolutamente impermeabile: bravi!




domenica 23 marzo 2008

Pasqua a bassa quota... con la Stelvio in prova

La Fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo... in effetti con una Stelvio a disposizione per due giorni la temperatura scende di 10 gradi e comincia a piovere...
Pasqua e pasquetta 2008 con a disposizione una nuovissima Stelvio 1200 prestata sulla fiducia dagli amici di Moto Europa... ma dai 15/16 gradi del sabato precedente si passa repentinamente ai 5/6 della domenica di Pasqua. Lo sgrunt è d'obbligo, ma quando Claudia ed io tiriamo su la tapparella vediamo che il cielo è grigio ma non piove. E allora via!
Naturalmente, vista la temperatura e le previsioni che danno neve anche ad altitudini non elevate, scegliamo di volare a "bassa quota". Sfoglio gli appunti dei passi bassi che mancano nella mia collezione di passi (valichi secondari spesso non indicati neppure da un cartello e con asfalto infimo... ma in fondo oggi abbiamo a disposizione una Stelvio!) e ci dirigiamo verso Cesena.
Partenza: proviamo a conoscere la nuova Stelvio! 
Quote basse dell'appennino cesenate... più in alto c'è la neve! 
Verso il Passo di Montecavallo
Dopo Cesena, subito prima del centro di Borello svoltiamo a destra in direzione Teodorano. Saliamo per tornanti con la strada ancora ascutta, nonostante da qualche minuto stia iniziando a piovere. 
La Stelvio è agile e potente. Il tiro "in basso" è sicuramente meno pronto della mia Norge, ma se la si tiene in tiro ci si toglie delle belle soddisfazioni, e l'allungo è veramente divertente. "Assomiglia alla ST3" commenta Claudia via interfono. I effetti mentre la Norge mi fa prediligere la regolarità ed il ritmo, la Stelvio ti porta a giocare di più con il gas!
Non sono invece per niente abituato alla ruota da 19 all'anteriore. Mi trovo ad allargare i tornanti: probabilmente la Stelvio va guidata con maggiore decisione... ma l'asfalto è sempre più umido quando ragiungiamo il valico di Montecavallo!
Passo di Montecavallo
Dal valico si scende velocemente con una bella vista panoramica sul borgo di Teodorano. Siamo a pochi minuti da Cesena, da Forlì... la quota è bassa, eppure sono vallate isolate e la poche case sparse tra le colline sono veramente isolate!
Vista su Teodorano 
Rocca delle Caminate
La pioggia aumenta, mentre la temperatura si fissa a 6 gradi. Raggiungiamo Meldola e, poco di fronte alla Rocca, saliamo per Rocca delle Caminate, dove ci fermiamo (unici avventori in moto, in una mattinata orrenda). Da Rocca delle Caminate si scende a Predappio per uno dei migliori percorsi di allenamento per "tornantisti": sono ben 18 tornanti strttissimi in meno di 3 chilometri.
Comincio a prendere le misure all'anteriore della Stelvio, anche se a dir la verità, continuo a preferire la ruota da 17!
Arriviamo Predappio e ci dirigiamo a Predappo Alta, dopo una breve sosta ad ammirare la fabbrica abbandonata degli aerei del Duce (la Caproni), che per metà era scavata nella montagna... per poi scendere a Castrocaro.
Predappio la fabrica abbandonata della Caproni 
Predappio la fabrica abbandonata della Caproni. Buona parte era scavata nella roccia
La pioggia ormai ci fa compagnia e decidiamo di ridurre la gita: prima di Terra del Sole svoltiamo a sinistra per esplorare la stradella sul crinale che porta a Converselle e a Montefortino, con una bella vista a sinistra della Torre di Oriolo (panoramica e divertente, anche se con un asfalto da... enduro). Poi siamo in pianura e facciamo al sorpresa di pasqua ai genitori di Claudia presentandoci sgocciolanti e affamati a pranzo quasi finito (tanto dai miei suoceri qualcosa di buono da mangiare lo si trova sempre!).
Terra del sole
Verso Oriolo 
La torre di Oriolo
Il ritorno a Ravenna è un test di guida sotto il temporale: acqua e vento forte: la Stelvio anche se non è protettiva come la Norge (soprattutto per gambe e mani) non fa rimpiangere la sorellona rimasta all'asciutto da Moto Europa. Il cupolino protegge bene, le gomme ed i freni garantiscono buona tenuta e frenata modulabile e pronta. Le sospensioni sono belle dure, più da stradale che da enduro. La sella è abbastanza dura, ma anche dopo qualche ora non indolenzisce.
In ultimo: nonostante qualche ora di pioggia (anche intensa) nello sportellino nel fianco del serbatoio non è entrata neppure una goccia d'acqua... che siano finiti i tempi delle rifiniture non perfette in casa Guzzi?
Rientrati! 
La mappa


venerdì 21 marzo 2008

Si può fare. Ma anche no. Eppure bisogna provarci

Perchè io ho la memoria abbastanza buona...
Il 13 aprile si vota. Mi pare che la sfida del Partito Democratico sia perlomeno dignitosa: ha segato le gambe ai tanti partitini unipersonali, di interesse e voltagabbana, che di fatto hanno impedito all'Unione e a Prodi di governare.
Berlusconi non ha avuto lo stesso coraggio: pur di vincere ha reimbarcato un'armata Brancaleone che va da Bossi a Lombardo (meravigliosamente sicilianoautonomista nonche grande alleato di Totò Cuffaro). Poi la Mussolini, Fini, Giovanardi... tutta gente che è riuscita a governare male l'Italia per cinque anni nonostante avesse, al contrario di Prodi, una maggioranza schiacciante (me lo ricordo bene quel modo di governare...).
E come Calderoli, colpevoli di aver scritto una legge elettorale definita porcata dallo stesso ideatore (un vero politico con la P maiuscola) e di non aver voluto modificarla prima di richiamarci al voto. Bravi!
Il PD non sarà certo tutto nuovo e tutto perfetto, ma credo sia l'unica scelta che possa permettere a questo Paese di continuare quel risanamento dei conti che, pur rendento antipatico sia Prodi che Padoa Schioppa, almeno il Governo dell'unione è riuscito ad iniziare senza condoni. Perchè è il debito pubblico (che ci fa pagare così tanti interessi passivi e ci carica di tasse, il nostro male principale... un male che viene direttamente dagli anni 80, non da ieri)
Io ho un po' di memoria.
Ricordo che l'Euro fu introdotto durante il potente governo Berlusconi, che nulla fece per attenuare certe tentazioni inflazionistiche. 
Ricordo che la sua riforma fiscale privilegiò enormemente i redditi alti lasciando le lenticchie nelle tasche dei redditi bassi (magari quegli stessi elettori che però sono pronti a ringraziarlo per quelal manciata di euro... già spesa nell'inflazione e nell'immobilità dei salari).
Ricordo i condoni utilizzati per chiudere gli sbilanci del Paese, ricordo Berlusconi circondato e difeso dai suoi avvocati che, da senatori, pagavamo noi cittadini: Ghidini, Pecorella, Previti. 
Ricordo Berlusconi che si inchina a Bush ed insieme ad Aznar si impèlaga nella disastrosa ed assurda guerra in Iraq, mentre Ciampi, la Germania e la Francia cercavano una via politica unitaria dell'Europa e la pace... e le armi di distruzioni di massa, Saddam non le aveva. 
Ricordo anche che le riforme in tema di giustizia, per evitare grane al Capo e a molti dei suoi, nonostante fosse un governo di centro destra hanno ridotto le possibilità di tenere la gente in galera e reso molto più facili le prescrizioni...
Ricordo poi un Prodi che quantomeno ha fermato l'aumento del debito pubblico, un D'Alema che ci ha portato in Libano a difendere la pace come leader dell'Europa. 
Ho visto un Prodi che, con dignità, è andato a farsi votare contro in Parlamento pur di stanare i Turigliatto, i Dini, i Bordon, i Mastella e li ha costretti a dimostrare davanti agli elettori la propria grettezza fatta di interessi e personalismi.
Se gli italiani voteranno di nuovo il populismo del Cavaliere non faranno nulla di nuovo. 
E' la democrazia. D'altronde anche a Piazza Venezia, durante il ventennio, la folla festante c'era, e solo una minoranza di democratici ed intellettuali riusciva ad afferrare quanto fosse pericoloso quel demagogo grande comunicatore.
Ma se gli italiani ragioneranno, potremo pensare ad un centro sinistra moderno, europeista, che cerca una sintesi (necessaria) tra difesa dei diritti dei lavoratori e necessità di far funzionare e rendere competitiva l'imprenditoria, difendere i diritti al rispetto dei credi religiosi e la necessità di uno Stato laico con uguali doveri e diritti per tutti i cittadini. 
Certo, per ottenere questi risultati ci vuole intelligenza, buona volonta e capacità di accettare e volere le sintesi tra i nostri modi di pensare. 
Ma è dal di qui che l'essere umano differisce dagli animali: la scelta di ragionare, appianare i conflitti con la ragione e non con lo scontro e l'uso della forza.
Se gli italiani ragioneranno un po' Walter ha ragione: si può fare :-)
Gattostanco, 21 marzo 2008

domenica 9 marzo 2008

Passi sconosciuti vicini a casa

Domenica 9 marzo 2008: dopo giorni di maltempo e di neve, le nuvole lasciano libero il campo...
La primavera sta fiorendo,
ma sullo sfondo c'è la neve
Le previsioni meteo non erano delle migliori (ma chi li paga questi "metereologi della mutua"????) ma quando il sole ha cominciato a fare capolino, Claudia ed io non ci abbiamo messo molto a decidere di investire 10 euro di benzina in un pomeriggio a zonzo per le colline innevate! 
Nei giorni precedenti avevo messo sul GPS alcuni passi collinari secondari che non mi pareva di aver mai affrontato (così da implementare la mia collezione) e allora via, in direzione appennino forlivese! Attraversiamo Forlì in direzione Muraglione, ma prima di raggiungere Dovadola svoltiamo a sinistra in direzione Predappio, poi troviamo le indicazioni per Rocca San Casciano. Raggiungiamo quindi il Passo di San Martino in Avello (qui indicato anche come M. Maggiore... ma forse questa è la piccola frazioncina in cima alla collina): strada sicuramente secondaria, asfalto non perfetto, ma una pace ed una quiete incredibili, con vista sulle macchie bianche della nevicata dei giorni scorsi. 
Procediamo in direzione Rocca San Casciano è quindi raggiungiamo il Passo di Montemirabello, passo di crinale non certo alto ma di un certo fascino (almeno in inverno). Scendiamo i tornanti (un po' sconnessi, a dir la verità) che portano a Rocca e l'attraversiamo, ma subito dopo l'abitato anzichè proseguire per il famoso Muraglione svoltiamo a destra per raggiungere il Passo di Santa Maria in Castello, in cima al quale troviamo l'incrocio che a sinistra conduce al Passo di Monte Busca. 
Aaargh: la Norge non è la Stelvio...
anche se sul fango si comporta bene
e si lascia guidare in piedi!
A destra c'è una stradina stretta che non appare nella mappa: proviamo ad imboccarla, ma dopo un po' diventa sterrata e fangosa. 
La Norge non è nè una Stelvio (anche se provo a guidarla in piedi) nè un'enduro vero... dopo averla infangata per bene la giro e me ne torno sull'asfalto. 
Raggiunto il Busca scendiamo a Tredozio, poi Modigliana, il colle della Carla e la campagna che reca a Faenza. 
Il pomeriggio volge al termine, come questa mezza domenica: se non ci fossimo fidati dei "maghi" della meteorologia saremmo stati sicuramente tre o quattro ore in più, a cavallo della moto, ma in fondo non ci si può lamentare: i panorami dei fiori appena sbocciati di una primavera imminente davanti allo sfondo di colline innevate ...è stato un bel regalo comunque!
E la collezione di passi sale così a 229! 
Ma ne ho già individuati altri, sicuramente secondari ma mai percorsi, non troppo lontani da casa: il nostro appennino è veramente un giacimento di idee!

San Martino in Avello

Montemirabello 

San Martino in Castello 
Sterrati da... Stelvio :-)


Mappa