mercoledì 27 agosto 2008

Zugatlò

In romagnolo Zugatlò significa giocattolone.
E ieri pomeriggio ho avuto la possibilità di provare uno dei più divertenti giocattoloni per motociclisti...
Porto la Stelvio in concessionaria per il tagliando e la Griso 8v che mi volevano prestare come moto sostitutiva non è ancora rientrata. Beh, dico io, non è un problema, "basta che abbiate qualcosa a due ruote e con le marce per tornare a Ravenna..." :-)
Il qualcosa a due ruote è una Hypermotard (Moto Europa è concessionaria Guzzi e Ducati).
Un Motore (e che motore) con, appunto, due ruote, un cambio e basta...
Non c'è neppure lo spazio sottosella per i documenti, dei gancetti per una rete elastica (giusto per il giornale, all'edicola, la mattina...) manco l'ombra...
Però che motore.
E allora, visto che oggi pomeriggio io non lavoravo ma Claudia sì... giretto in collina con l'Hyper, no?
Parto alle tre e mezzo del pomeriggio: "Ciao Claudia, buon lavoro. Per le sette e mezza sono a casa che apparecchio io... vado a fare qualche curva... giusto fino alla Calla e torno indietro..."
In realtà mi dirigo al Muraglione. I tornanti della Calla, infatti, mi piacciono di più fatti salendo dalla parte toscana. E allora cosa c'è di meglio che scendere giù dal Muraglione, fare lo splendido Croce ai Mori e risalire, appunto, dal Passo della Calla in mezzo alle Foreste Casentinesi?

Ho quattro ore di tempo. Impiegherò cinque minuti in più, ma per cena sono a Ravenna :)

Che dire dell'Hypermotard?
Sicuramente è una moto divertentissima. Leggera, agilissima. Il motore sale che è una meraviglia, senza incertezze, con poche vibrazioni. I sorpassi sono immediati, basta pensarci.
Anche i freni sono assolutamente efficaci, ma le pinze anteriori mordono parecchio: occorre sempre la giusta attenzione per non esagerare e produrre dei danni...
Però è anche una moto che richiede molta concentrazione: in curva basta un movimento per sentirla reagire. Ed i tornanti arrivano in un attimo se si dà gas. 
Difficile trovare un ritmo medio: o ci si diverte (ma appunto, concentrati sulla guida) oppure si va a spasso ... ma con una moto così ti senti quasi fuori luogo :)

Difetti?
Tanti, perchè una moto così è una moto da sparo, non da giri lunghi. E duecenticinquanta chilometri (inclusi tre passi appenninici) in quattro ore non sono il suo pane: nessuna protezione aerodianmica (ma questo è comune a molte naked), rigidissima (stamattina ho i polsi ed il collo indolenziti). Anche la sella è dura e il mio posteriore si è lamentato più ieri pomeriggio che quando, con la Stelvio, mi sono sciroppato 13 ore di guida quasi fino a parigi...

Però che gusto quel motore :)
Zugatlò 
Zugatlò 
Itinerario di prova :-)
Gattostanco, 27 agosto 2008

giovedì 21 agosto 2008

Limiti assurdi anzichè vera prevenzione

Così politici ed amministratori si salvano la coscienza, mentre chi può permetterselo paga le multe, continua a circolare e ha licenza di uccidere
In questi giorni moltissime strade della Provincia di Ravenna saranno limitate a 70
Il limite orario dei 90 all'ora è in vigore, sulle strade extraurbane, da quando gli impianti frenanti erano a tamburo, l'Abs non esisteva, le gomme erano i cinturati Pirelli non tubeless e le lampadine ad incandescenza erano fioche quanto i lampioni negli incroci.

Con le auto e le moto odierne, andare a 70 all'ora su una strada dritta e deserta, sembra di essere fermi.

Gli incidenti stradali non sono causati da chi va a 90 all'ora su strade dritte e quando sono poco trafficate: ma da chi le regole, anche quelle condivisibili, le infrange non avendo rispetto dalla sicurezza degli altri.

Spesso, infatti, ancor più della velocità, sono i comportamenti a provocare incidenti: le inversioni non segnalate, le precedenze non rispettate, i sorpassi in mancanza di visibilità.

E per questi comportamenti non ci sono autovelox: occorrono uomini sul territorio. 
Anche perchè, aumentando solo gli importi delle sanzioni scattate da strumenti automatici, chi può permettersi di pagare non avrà mai problemi alla patente, mentre per una famiglia normale essere "beccati" a 80 chilometri all'ora, significa veramente non arrivare alla quarta settimana di quel mese!

Mettendo regole incomprensibili, stupide e spesso inapplicabili, si va nella direzione opposta a quella corretta: si deresponsabilizzano gli utenti della strada e/o si creano solo dei polli da spennare dall'autovelox che però sempre di meno avranno rispetto per le regole e le leggi.

...ma così facendo i nostri politici ed amministratori, nonchè gli Enti proprietari delle strade (che spesso sono guidati dalle stesse persone) si salvano al coscienza.

E allora perchè non mettere ovunque il limite dei 10 all'ora? 
E obbligare anche pedoni e ciclisti a vestirsi come omini Michelin con tanto di caschetto?
Tanto al grottesco, in tema di grida di manzoniana memoria, sappiamo perfettamente che in Italia non c'è mai limite...

P.S.: forse è il caso di precisare che il sottoscritto ha la patente dal 1982 e che da allora, pur avendo percorso centinaia di migliaia di km in auto e in moto, non ha mai preso una multa per eccesso di velocità nè ha mai provocato incidenti. 
Ma, pur rispettando il buon senso e gli altri utenti della strada, è sempre più difficile in questo Paese, rispettare limiti assurdi e spesso senza senso.

Gattostanco, 21 agosto 2008

lunedì 11 agosto 2008

Stelvio Week-end, agosto 2008

Sarà anche banale, ma si poteva NON portare una Stelvio a passare un week-end sui tornanti di casa?
E allora: sabato 9 agosto partenza da Ravenna di buon'ora, autostrada fino a Desenzano e poi direzione Lago di Idro.
Non appena iniziamo a costeggiare il Lago, sulla sinistra una ripida, stretta e tornantosa stradina ci conduce al Passo di Baremone.






Dal Baremone c'è il collegamento con il Passo Maniva (strada stretta e in parte sterrata e malmessa), peccato che da alcuni mesi in quota sia poi anche chiusa, e quindi, una volta raggiunto il Passo del Dosso Alto, occorra tornare indietro...
Riprendiamo quindi il lungo-lago e ci dirigiamo a Bagolino. Da qui prendiamo la direzione per il Maniva: la strada è bella e divertente.

Passo Maniva
Dopo aver superato il Passo del Maniva, tenendo la destra ci si dirige al Passo Crocedomini. La strada diventa larga e panoramica, anche ben asfaltata... ma non illudetevi: ad un tratto l'ottimo asfalto lascia spazio allo sterrato (comunque molto facile anche per moto stradali (solo l'ultimo tratto prima del Crocedomini è un po' rovinato).







Crocedomini

Dal Crocedomini ci dirigiamo verso la Valtellina. Passato Edolo, a Monno imbocchiamo i bei tornanti del Passo del Mortirolo, scendiamo verso Sondalo, scavalchiamo la grande frana e siamo a Bormio.
Troppo traffico, troppo caos: nessuna fermata e via, diritti verso lo Stelvio!









Sono le cinque del pomeriggio: compriamo un po' di gadget, troviamo Valerio con la sua Stelvio bianca immortalata con le macchine fotografiche da alcuni motociclisti tedeschi e svizzeri (non ho capito se la fotografavano perchè gli piaceva o ...perchè la consideravano una rarità... una sorta di mosca-bianca a due ruote!!!), facciamo merenda con mezzo panino wurstel+crauti.
Scarpiniamo una mezz'oretta verso l'abbandonato Albergo-rifugio Compagnoni (da dove c'è una bellissima vista su ciò che rimane del ghiacciaio), e poi cerchiamo una stanza all'Hotel Genziana: sì, in cima allo Stelvio!
Non mi ero mai fermato a dormire in vetta, ma la scelta si rileva ottima. Al tramonto, sui 2750 metri del passo cala un silenzio ed una tranquillità d'altri tempi. Al Genziana si sta molto bene: la cena è ottima, ed anche il Cabernet riserva 2002 lascia un incantevole ricordo di questa serata. Quando, dopo cena, porto la Stelvio in garage, il termometro segna 4 gradi... che meraviglia, altro che i 30 gradi della riviera romagnola!!!




La mattina successiva, riposatissimi, decidiamo di rientrare a Ravenna senza percorrere un solo metro di autostrada.
Anzi, prima di ritrovare la pianura, vediamo di divertirci un po' con la Stelvio: Passo Palade, Passo Mendola, Passo Rolle.




Passo Palade
Passo Rolle
Valstagna... ormai è pianura :-)
L'itinerario in due giorni da Ravenna
...gran moto le Moto Guzzi!
Gattostanco, 11 agosto 2008

giovedì 7 agosto 2008

I braghettoni e l'amaca...

Una splendida 'Amaca' pubblicata da Michele Serra su 'Repubblica' del 6 agosto
A mio parere andrebbe scolpita nella roccia e riprodotta in ogni angolo di strada, a memoria perpetua di come siamo noi itagliani:

Michele Serra:
L'amaca di mercoledì 6 agosto 2008
Tratta da “la Repubblica”:
'Meriterebbe senz’altro di entrare nei libri di storia patria, la vicenda ridicola e goffa del Tiepolo censurato in quel Palazzo Chigi attualmente occupato dal più grande spacciatore di tette del mondo dopo Hugh Hefner. 
Meriterebbe di entrarci come sunto perfetto di questo nostro scorcio d’epoca, nel quale l’Italia si è italianizzata all’ennesima potenza: moralista e reazionaria in politica, puttaniera e consumista nel privato. 
L’evo pubblicitario e mediatico è riuscito a conformare il Paese assai meglio, e più in profondità, di quanto aveva provato a fare il fascismo a suon di manganellate e olio di ricino. 
Il berlusconismo è riuscito a chiudere mirabilmente il cerchio: ecco il Paese cattolico e moralista che non riconosce le convivenze civili e copre i seni "istituzionali", e al tempo stesso mostra il culo in televisione e annaffia di sesso e carnazza (cito un classico, gli Skiantos) ogni spot, ogni fotogramma della sua affannata baldoria. 
Il Paese in cui anche i bigami si prostrano al Papa, e le favorite dei potenti che la danno per una fiction nelle interviste elogiano la famiglia tradizionale. 
Non è neanche ipocrisia. 
È una lampante schizofrenia, un mix senza vergogna tra moralismo e immoralità, ciascuno dei due campi complementare all’altro, il moralismo per occultare le tette di Stato, l’immoralità per trafugare le tette e portarsele a casa per sempre.'

Come diceva quella pubblicità? Meditate, gente, meditate...
Gattostanco, 7 agosto 2008