martedì 19 aprile 2011

Stelvio MY 2011: colpo di fulmine

Adesso è veramente molto vicina alla perfezione :-)
Marchiata 'Gattostanco'
prima ancora di uscire
da Moto Europa ;-)
La prova della nuova Stelvio NTX 2011, in occasione del 'porte aperte' della settimana scorsa, ha colpito duro: se infatti con la mia Stelviona mi trovavo più che bene, nella nuova ho trovato ancora maggiore agilità e facilità di guida, i comandi di frizione e cambio più morbidi, meno vibrazioni e, soprattutto, il nuovo serbatoio da 32 litri.
Nuovo serbatoio, tra l'altro, ben nascosto, perchè la linea sembra addirittura più snella!
E rifiniture curate e perfette come non se n'erano mai viste su una Guzzi (e come non se ne vedono nella stragrande della produzione, anche di buon livello).
Un gran bel lavoro, quindi, quello svolto tra Mandello e Noale.
E visto che a Moto Europa era arrivata una Stelvio NTX in più, ovvero non ancora ordinata da nessuno, nell'arco di pochi minuti l'idea (malsana per il portafogli, ma assolutamente inebriante per il morale) si è fatta strada e l'ho presa: "Romolo: incartamela" :-). I tempi tecnici, la settimana di lavoro ed ecco che si fa di nuovo sabato, in modo da poter andare a ritirare con calma la nuova moto, e ad assaporare il momento .






I primi chilometri tra le curve dell'Appennino.

La domenica Claudia ed io abbiamo portato subito il nuovo acquisto tra le curve dell'Appennino (foto di destra): Passo della Sambuca, Passo della Colla, Passo del Giogo per un panino cercando inutilmente di ripararci dal vento freddo. Poi fino alla Raticosa ed oltre, visto che la Pirelli a Ca' di Costa aveva allestito il maxischermo per la seconda manche di SBK ad Assen (con il commento dal vivo del buon Di Pillo).
Al rientro (ancora non abbiamo montato il navigatore) Claudia mi convince a prendere una scorciatoia (per Castelvecchio)... sì: strada disastrata, sterrato con voragini... prima di ritrovare la 'Montanara' abbiamo testato la nuova Stelvio anche su sterrato :-|
Che dire? Sono soddisfatto. 
Al motore non ho ancora chiesto tutto, ma il nuovo mono posteriore è migliorato parecchio, con le Scorpion Trail (e non so se sia solo merito loro) la Stelvio ha guadagnato moltissimo in maneggevolezza, e siamo rientrati a casa senza far benzina, per merito del megaserbatoio (che nella guida, tra l'altro, non si sente affatto).
Difetti: forse il plexiglas del parabrezza. E' molto grande, ripara di più busto e spalle rispetto a quello della Stelvio precedente, ma poi crea un vortice rumoroso all'altezza della parte alta della visiera/casco. Ho provato tutte le regolazioni ma niente da fare: in vista dei lunghi trasferimenti autostradali qualche modifica ci vorrà.
Altro difetto (veniale): come le Stelvio precedenti, da fredda, alla prima partenza della mattina, ha già cominciato a "muggire" la frizione a secco... ma questo non mi preoccupa: forse vuole solo prendere in giro le diffusissime e modaiole mucche, con le quali, oggi, la Stelvio se la può giocare davvero senza timori reverenziali!







Gattostanco, 19 aprile 2011

La pagina 'originale' del vecchio sito www.gattostanco.it

lunedì 18 aprile 2011

'Allontanarsi dall’Europa è un suicidio per noi'

Una bella intervista di Maurizio Molinari a Romano Prodi, oggi su La Stampa. Il Professore: “A dominare il nostro continente è la paura”

È il giorno in cui interviene al seminario «150 anni di governo italiano, cosa è stato ottenuto?», organizzato dall’ateneo assieme all'Istituto di Cultura italiana di New York. Il tema sul quale Prodi si sofferma, concludendo una giornata di lavori che ha visto la partecipazione di numerosi italianisti, è «la paura che domina l'Europa e di cui l'Italia è parte». Ed è proprio questo concetto gli chiediamodi approfondire, accompagnandolo verso la residenza del rettore David Kertzer.

«L'Europa in questo momento ha paura di tutto, della concorrenza cinese, degli immigrati africani e degli altri Paesi europei, ha paura della non ripresa ed ha anche paura dell'euro» ci dice, spiegando chela responsabilità è «dei governi europei che non prendono decisioni collettive» indugiando «nei riti di questi summit europei in cui Francia e Germania danno la linea, per poi non essere d'accordo neanche fra loro» come dimostra anche «l’emergenza della Libia sulla quale l'Europa è divisa».

Ciò che più lo preoccupa è come «la paura si diffonda anche a livello popolare» portando a situazioni nelle quali «singoli Stati ipotizzano l'uscita dall’Europa».

L'ex presidente della Commissione Europea ha quasi un sussulto nell’affrontare questo ipotetico scenario. Evita accenni diretti all'attuale governo italiano ma il suo riferimento alle recenti minacce di«uscire dall’Europa» lascia pochi dubbi sull’identità di chi ha in mente: «Coloro che fanno tali affermazioni sono leader politici che non hanno il senso della Storia, preferiscono inseguire le elezioni del giorno dopo o gli opinion polls del giorno stesso che indubbiamente riflettono gli umori di un populismo che aumenta, creando così una reazione a catena. Ma significa andare verso un suicidio collettivo».

Ciò che rimprovera al governo è aver stravolto il legame fra l'Italia e l'Europa: «Fino a poco tempo fa l'Italia aveva un’identità europea molto radicata ma il governo ha cavalcato l'euroscetticismo, sostenendo la rivolta di Francia e Germania contro il Trattato di Maastricht, e ciò ha avuto come conseguenza che con il passare del tempo anche l'orientamento della società è mutato».

L’ironia della sorte vuole però che la massiccia ondata di clandestini dal Nord Africa ha fatto sì che «il governo negli ultimi tempi si è accorto che l'Europa gioverebbe sul fronte dell’immigrazione» anche se da Bruxelles sono arrivate risposte deboli se non del tutto insufficienti. «Di fronte ad un'emergenza di simili dimensioni la risposta europea dovrebbe essere un piano di aiuti massicci per ottenere una rapida normalizzazione delle condizioni economiche di quei Paesi» spiega, sottolineando come «l’entità dell’intervento necessario è tale che forse neanche l’Europa da sola potrebbe bastare, servirebbe un’azione congiunta assieme agli Stati Uniti ed anche alla Cina visto che sitratta di un problema globale».

Lo sbandamento sull’immigrazione e l’euroscetticismo imperante lascia intendere che «l’Italia sta andando verso il basso e per risollevarsi ha bisogno di maggior concordia, di qualcuno che si assuma la responsabilità di scelte coraggiose e impopolari» rinunciando al populismo che «spinge a dare tutta la colpa all’euro perché di fronte alla globalizzazione del mondo la moneta unica è il solo strumento che abbiamo per difendere le nostre aziende».

Per Prodi «l' alternarsi di cadute e risalite» è una costante della Storia italiana degli ultimi 150 anni e il fatto che «oggi siamo in basso» gli fa ricordare il precedente dell’Italia di Crispi «che fu criticata dall'Economist perché aveva deciso di costruire un grande maglio per le acciaierie a Terni, in Umbria, lontano dal mare». Crispi rispose a quelle obiezioni ribattendo che «l'Italia ha un cuore d'acciaio e dunque abbiamo portato l'acciaio nel cuore dell’Italia» con un esempio di «facile populismo» che Prodi ritrova oggi nell’approccio all' immigrazione.

Guardando alla sponda Sud del Mediterraneo, Prodi vede nelle rivolte arabe «lo scoppio di società fatte di giovani, disoccupati e colti incompatibili con governi tirannici» e sottolinea la necessità di «studiare un piano di aiuto per la Tunisia e l'Egitto», esprimendo in particolare preoccupazione per il dopo-Mubarak dove «l'ingente fuga di capitali all'estero» e i «pressanti problemi economici» potrebberoinnescare una «pericolosa seconda fase della rivoluzione» destinata a opporre questa volta le piazze ai militari.

Riguardo alla crisi militare in atto nella Libia di Muammar Gheddafi, l’ex presidente del Consiglio ritiene che «la mediazione più credibile in atto è quella dell’Unione Africana perché non è partigiana e non ha una veste occidentale».

Da tempo convinto della necessità di «assegnare un maggiore ruolo internazionale all'Africa», Prodi è impegnato a preparare per giugno un convegno a Washington proprio su questo tema, in forte sintonia con gli orientamenti dell’amministrazione Obama.Tornando all’Italia è l’intervento nell’auditorium che gli consente di soffermarsi sul nodo dei conti pubblici: «Non dobbiamo dimenticarci che abbiamo bisogno del 70 per cento del Pil per pagare gli interessi del debito pubblico, non bastano i risparmi dei privati a metterci al riparo da ogni rischio, servono riforme strutturali».

Il finale è su un tema che riscalda la platea di studenti e docenti ovvero la «questione comunista in Italia». Prodi la riassume così: «L'Italia è l’unico Paese dove il pericolo comunista è diventatoun tema centrale del dibattito politico dopo la caduta del Muro di Berlino». Si tratta di una contraddizione che a suo avviso si spiega con la stessa «logica della paura che guida la politica» perché «in Italia un conflitto in passato c’è stato e scegliendo di farlo riemergere si torna a far leva sulle paure» per «vincere le prossime elezioni». E per spiegare ai presenti quanto profonde sono queste ferite italiane ricorda un episodio personale, quando all'età di cinque anni «una domenica uscii dalla messa e il parroco venne ucciso davanti ai miei occhi, che mia sorella coprì mettendomi una mano davanti». Da qui la conclusione: «L'Italia oggi è una nazione da riconciliare».

Un mio unico commento: che differenza rispetto alle parole vuote, ripetitive e becere di chi ci governa oggi... Gattostanco

domenica 10 aprile 2011

La nuova Stelvio NTX 2011

La Moto Guzzi sta lavorando veramente bene sul prodotto
Porte aperte presso i concessionari Moto Guzzi, sabato 9 e domenica 10 aprile, per vedere e provare la nuova Stelvio 2011.
Ovviamente ero curioso come un bambino, anche perchè con la Stelvio NTX 2010 mi ci sto già trovando splendidamente bene, e volevo vedere le migliorie apportate ad una "signora moto".
Ecco qui i punti salienti, a mio modestissimo parere: Il nuovo serbatoio da 32 litri dà finalmente alla Stelvio l'autonomia necessaria ad una splendida macinachilometri. Ovvio che si poteva viaggiare anche con i 18 litri (20 con la tanichetta Touratech!), ma ora ci siamo davvero! C'è da rilevare che sono stati anche molto bravi nel riuscire a non rovinare o appesantire la linea della moto: gli ingombri sono rimasti quelli della Stelvio precedente
Le vibrazioni sono molto più contenute. Già a me non infastidivano quelle della 2010, ma ora sono proprio ridotte. E' lievemente ridotta anche la rumorosità meccanica, ed il cambio (già molto buono) pare sostanzialmente perfetto.
Frenata ancora più cattiva. Quasi troppo. Ma sull'esemplare provato al forcella era regolata un po' morbida... io sono abituato ad un anteriore più rigido.
Ottimo il cupolino quando è regolato in alto: protezione veramente ottima. Quando è in basso (come utilizzo di solito io quello della mia 2010) c'è qualche vortice in più sul casco (con la mia altezza e posizione in sella, naturalmente...)
Ottime le Pirelli Scorpion Trail di serie.
Finiture: finalmente sono scomparse approssimazioni e assemblaggi sommari che erano presenti su molti modelli dell'Aquila. Il raffronto tra Stelvio 2011 e Norge 8v, con le precedenti Stelvio 2010 e Norge a "due valvole" è impietoso. Mi spiego: un pessimo allineamento di una plastica o una guarnizione brutta tra carena e serbatoio non rovinano un viaggio nè rendono un cesso una buona moto, però erano approssimazioni veramente antipatiche. Oggi le nuove Stelvio e Norge presentano un'attenzione ai dettagli mai vista prima sulle Moto Guzzi!
In movimento è sempre la buona, ottima Stelvio: facile, intuitiva, divertente, sincera, che ti fa dimenticare il peso della moto e, anche dopo molte ore di viaggio, non è mai affaticante.
Insomma, a me è piaciuta un sacco... si è capito?





Moto Europa 
...un altra prova :-)
Una è gia venduta:-)
Gattostanco, 10 aprile 2011

La pagina 'originale' del vecchio sito www.gattostanco.it

sabato 9 aprile 2011

I leghisti che ce l'hanno molle...

Altro che celodurismo.
Sull'immigrazione clandestina la Lega non riesce proprio a dimostrare un po' di fermezza.

Migliaia di immigrati sballottati nelle tendopoli solo in attesa che possano scappare e svuotarle, con la speranza che se ne vadano in Francia o Germania.

Ma Sarkozy e la merkel, giustamente, ci ricordano che i patti di Schengen sarebbero un po' più seri: troppo comodo lasciar passare tutti ...e che se la vedano gli altri.

Un'altra cosa: come possono spiegare agli italiani, i celoduristi leghisti e destrorsi, l'aver lasciato in libertà migliaia di tunisini disperati (per fortuna ancora non è successo nulla... ma se dura un altro po' ed i soldi di questi poveracci finiscono, il rischio è tutto nostro).

E poi: pare che le carceri in Tunisia si siano svuotate.

Vogliamo scommettere che chi ha voglia di lavorare cercherà davvero di raggiungere Francia, Germania o l'Europa del nord, mentre i delinquenti si troveranno meglio in Italia con le nostre leggine di pastafrolla?

Questo è il governo dei celoduristi o quello del "son tutti froci con il culo degli altri"?

Mah

lunedì 4 aprile 2011

I dieci anni di TDMitalia: come sempre commoventi!

Ieri non sono andato a zonzo per gli Appennini. 
Ero stato invitato alla festa di compleanno di TDMitalia ... il 10° compleanno, a dir la verità, un traguardo non da poco per una Community nata su internet e sostenuta solo dalla Passione di centinaia di Motociclanti.
Erano anni che non partecipavo ad un evento di TDMitalia, erano anni che non rivedevo certe bruttefacce :-) di Amici con cui avevamo condiviso i primi ritrovi di quel gruppo. Eppure, anche dopo anni, ti rendo conto di come la comune passione per quello strano mezzo, instabile, pericoloso, ben poco protettivo... che si chiama Motocicletta :-) , riesca a lasciarti dentro qualcosa di indelebile. 
Con molti di questi Motociclanti non ci si incontrerà più per molti anni, eppure ci si sente dentro la certezza che saremo Amici per sempre, e se un giorno avremo bisogno di un consiglio, di una informazione, di un aiuto, beh: abbiamo degli Amici sparsi in ogni parte d'Italia!

Un'altra cosa (più venale) mi è ronzata tra i neuroni del cervello... una domanda: Yamaha aveva inventato per prima un vero crossover (così lo definirebbero oggi i soloni del mktg)polivalente. Con il TDM riuscivi a viaggiare, a guidare allegro, ad affrontare il traffico della città con una buona visibilità ed una moto abbastanza agile e comunque sempre ben gestibile. 
I numeri erano dalla sua parte: per anni è stata una delle moto più vendute... poi è stata abbandonata. E' rimasta in listino immutata dal 2002 ad oggi... 
Ieri, in mezzo ad un centinaio di TDM di tutte le età, spiccavano però anche alcune splendide Multistrada1200, Bmw GS, un paio di Stelvio. Cos'abbia spinto Yamaha ad abbandonare quasi contemporanamente sia Supertenerè (solo ora tornato in listino con un 1200 che non mi pare stia riscuotendo un grande riscontro) che TDM, credo che non riuscirò mai a comprenderlo




Gattostanco, 4 aprile 2011