martedì 22 maggio 2012

Crostis, Dolomiti, Grossglockner & Vajont

Tre giorni rilassanti fitti fitti di... curve & panorami mozzafiato

Venerdì 18 maggio: viste le previsioni non bellissime, in Italia, per i giorni successivi, Claudia ed io decidiamo di dirigerci immediatamente verso la Carnia, per affrontare subito la Panoramica delle Vette del Monte Crostis. E' un po' di tempo che l'abbiamo nell'obiettivo, visto che alcuni amici ci avevano mostrato foto splendide, ma poi per un motivo o l'altro avevamo sempre dovuto rinunciare.
C'è il sole, a Ovaro facciamo scorta di pane, affettato e formaggio, e affrontiamo da Tualis questa splendida salita, in compagnia di pochi ma volonterosi ciclisti e seguendo le tabelle che indicano il percorso.
La strada non è ancora stata risistemata dai danni dell'inverno, in qualche punto ci sono smottamenti e sassi, ma in definitiva la salita è prudente ed agevole. E il sottile nastro d'asfalto, una volta in quota, rivela panorami splendidi.
La Panoramica delle Vette del Crostis 
La Panoramica delle Vette del Crostis 
La Panoramica delle Vette del Crostis
Al cippo che ricorda le fatiche dei Ciclisti al Giro d'Italia del 2011, ci fermiamo per pranzo. Il rifugio è ancora chiuso (quassù non c'è nessuno oltre a noi), ma noi siamo stati previdenti, portandoci i panini ;-)
Una volta rifocillati ascoltando il silenzio che ci circonda (addirittura si sentono gemere gli acciai del guard rail, che colpiti dal sole si espandono dopo il gelo della notte) riprendiamo la moto e ci prepariamo alla parte più difficile: lo sterrato! Più che di sterrato si può parlare di una strada ben tenuta ma non asfaltata, e sulla quale è stesa ghiaia molto grossa. Procediamo con cautela perchè la moto è a pieno carico, le Scorpion Trail non sono proprio delle gomme da fuoristrada e, soprattutto, le ho tenute molto gonfie considerando i trasferimenti a pieno carico. La Stelvio, comunque, si dimostra sempre una moto molto facile e amichevole... anche quando i passaggi si fanno molto stretti a causa della neve che ancora ricopre parte della carreggiata (e dall'altra parte non c'è protezione... brr...).
La Panoramica delle Vette del Crostis 
La Panoramica delle Vette del Crostis 
La Panoramica delle Vette del Crostis 
La Panoramica delle Vette del Crostis 
La Panoramica delle Vette del Crostis
Ma al di là del sollievo per il ritrovare l'asfalto, finire il percorso in quota e scendere fino a Valcalda e Ravascletto è veramente un peccato. Dei panorami meravigliosi, da lassù! Consigliatissimo!!!
Ci dirigiamo in direzione Sappada, poi per Cortina D'Ampezzo, per prendere la strada del Passo Giau. E' in assoluto uno dei miei passi preferiti. Divertente da guidare, certo, ma anche estremamente panoramico per rifarsi gli occhi sulle vette circostanti.
Dopo il Giau, passata Arabba, L'ultimo godimento di questa lunga e divertente giornata: il Pordoi. Che dire? Ormai lo conosciamo tutti. Però quei tornanti serrati, regolari, che non ti lasciano respirare da Arabba fin lassù, sono uno dei migliori rimedi motociclistici ...contro lo stress della vita moderna :-)
Salendo al Giau 
Giau 
Giau 
Giau 
Verso il Pordoi 
Pordoi
Troviamo come di consueto alloggio presso il nostro Garnì di Canazei, l'economico ma accogliente Ciamorc (56 euro colazione compresa). Ci godiamo quattro passi prima di cena, un buono spezzatino di capriolo con polenta e funghi al ristorante dell'Hotel Laurin e... ben prima delle 10 di sera siamo già a ronfare ;-) 


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Sabato 19 maggio ci svegliamo presto accolti da uno splendido sole. La temperatura a Canazei è di 5 gradi, ma il sole scalderà presto l'aria. Il tempo di far colazione, caricare la moto, salutare i motociclanti slovacchi e tedeschi alloggiati al Ciamorc e di comprare qualcosa alla 'Cooperativa', è ora di partire. Ci aspetta 'Sua Maestà' il Grossglockner!
Il Passo Sella è sempre uno dei passi più belli del mondo, e poi subito in successione si affronta il Gardena... credo che non mi stancherei mai di inanellare un tornante dopo l'altro, alla ricerca del ritmo giusto: regolare, sicuro, divertente, interrotto solo da qualche rettilineo rallentato per permettere a Claudia di scattare una foto con qualche secondo in più.
Passo Sella 
Passo Sella
Passo Gardena
Si sale tra le guglie di roccia ed i ghiaioni, si scende nel verde abbagliante dei prati che ormai hanno 'sentito' la primavera. Nelle narici l'odore delle mucche, ma anche del legno appena tagliato colpito dal sole, degli aghi di pino che si asciugano dopo la notte... wow! La verdissima Val Badia, San Vigilio di Marebbe ed i boschi del Passo Furcia, Plan de Corones e di nuovo il verde abbagliante della valle. E laggiù la perfezione, non solo di colore, ma anche di conformazione, della Valle di Anterselva che ci condurrà in Austria dal Passo Stalle.
I prati verdissimi di Plan de Corones
la verdissima Valle di Anterselva
Il Passo Stalle è un gioco di società. Per salire verso l'Austria si trova il verde nel terzo quarto d'ora di ogni ora. Ci si ferma ad attendere con un caffè al rifugetto posto a 100 metri dal semaforo, poi cinque minuti prima del verde ci si porta davanti ad auto e camper. Si studiano gli altri motociclanti: si lascerà partire per prima gli smanettoni o comunue quelli che danno l'idea di essere più veloci... poi si cerca di partire prima dei fermoni che potrebbero rovinarti il ritmo dei tornanti, lassù... sì, perchè il transito è a senso unico, quindi per quanto sia stretta la carreggiata, questa sarà tutta nostra :-)
Claudia ed io non ci facciamo staccare da quelli lasciati partire per prima ... ma alcuni fermoni là dietro non li vediamo più. Bene. La Stelvio si guida proprio bene anche sullo stetto :-D
Subito dopo il verde, la partenza per la salita del Passo Stalle
Passo Stalle 
Dall'erba ancora sottomessa alla neve, planiamo sulla verdissima Defereggental. Poi passiamo senza problemi Lienz all'una o poco più siamo a Dollach. Frau Gertrude ci accoglie sorridente, ci fa scegliere la camera per la notte alla sua Pension Kahn, dove lasciamo un po' di bagaglio, ma ci dirigiamo direttamente alla Alpenstrasse del Grossglockner. 22 euro di biglietto, quest'anno. Ma cosa volete: quei panorami, quella strada costruita apposta per il gusto di guidare in montagna nel lontano 1936, l'Edelweisspitze, quelle marmotte e quegli stambecchi... bah: noi non riusciamo a non tornare almeno una volta all'anno.
Ci godiamo il sole ad un tavolino all'aperto del Fusher Lacke con un cappuccino ed una torta di mele da 10 e lode, e poi di nuovo in moto, prima fino alla stazione nord, poi di nuovo in quota tra le stalagmiti di ghiaccio che ancora invadono le gallerie... 














 Si sta facendo tardi quando decidiamo di riscendere fino a Dollach... per una doccia rigenerante, due passi ed una cena al ristorante dell'Hotel Dorfwirthaus. Questa è una novità. Ultimamente il Ristorante del Post aveva perso un po' di quel fascino che ci aveva colpito per tanti anni (pur rimanendo un buon ristorante) ma abbiamo deciso di provare qualcosa di nuovo. Beh: scelta azzeccata. Meno 'fighetto' rispetto al Post, ma anche più economico. E qualitativamente ottimo. Il problema è che il menù (che al Post è anche in italiano) al Dorfwirthaus è solo in tedesco (ma il personale aiuta poi con l'inglese). Comunque segnatevi anche questo nuovo indirizzo, perchè merita (lo inserirò appena avrò tempo nella pagina dei Consigli di viaggio). 



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Domenica 20 maggio Salutiamo Frau Gertrude dopo aver rinnovato il rito sacro della Sua Colazione (bisognerebbe non aver mangiato, la sera prima... invece... sob!).


Sappiamo che a sud delle Alpi ci attende la pioggia, quindi ce la prendiamo comoda. A sud di Lienz ci inerpichiamo sulla splendida Pustertaler Hohenstrasse, che offre degli scenari da cartolina attraversado piccole frazioncine ...da cartolina :-)


A Sillian riempiamo il serbatoione della Stelvio, godendoci la Super a 1,40 euro. E poi ci godiamo ancora un po' di belle strade: quella del Passo di Monte Croce Comelico, poi a Padola svoltiamo per il poco conosciuto e trafficato Passo di Sant'Antonio (peccato che il Bar/Albergo in cima al passo sia stato chiuso e abbandonato da qualche anno...).
Comeilco

Direzione sud, quindi, decisi di fare un'ultima tappa al Vajont. A Longarone infatti lasciamo la statale e saliamo in quota affrontando prima degli splendidi tornanti, poi le gallerie che ci portano sulla diga. Il piazzale è ormai un orrendo mercatino di venditori di panini e wurstel... allora saliamo ancora in direzione di Casso, il Paese che da lassù domina la diga e la frana che ha causato il dramma del 1963.
Casso 
Casso
La Diga del Vajont vista dal sentiero che parte da Casso
Casso: il 
A Casso, paese che fu per molti anni completamente abbandonato, piano piano qualcuno è tornato. Alcune case sono state ristrutturate e addirittura troviamo un barettino ed un piccolo negozio che vende prodotti tipici della zona e pubblicazioni sulla storia della valle.

Tre consigli per una breve "sosta" ma un po' diversa dal solito?
Il primo: non fermatevi al piazzale sulla statale in prossimità della diga. Salite anche ad Erto oppure a Casso. In questi piccoli Paesi ci sono persone che provano, con fatica e sacrifici, a non far morire quelle realtà. A Casso, ad esempio, nel piccolo e di "sapore antico" Bar K2, due panini con soppressa e formaggio, un quartino di vino, una bottiglia d'acqua e due caffè ci costano 10 euro e cinquanta. E ci ringraziano pure per essere saliti fin lì.
Il secondo: da Casso, seguendo le indicazioni per la "Diga del Vajont", camminando su un facile sentiero giungiamo ad un punto panoramico che domina sia la diga la frana e l'invaso del Vajont... lì si capisce ancora meglio l'enormità di quel movimento franoso che ha riempito un lago in pochi secondi!
Il terzo: lasciare 15 euro per un formaggio affumicato ed un libro sulle memorie della Valle del Vajont, nel piccolo negozietto "Il Mercatino" di Casso, significa aiutare qualcuno che prova a resistere alla globalizzazione, alla desertificazione dei nostri piccoli paesi e... forse lotta contro la storia. Beh... però quel sorriso fa un gran piacere ;-)

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Le mappe dell'itinerario:





La Panoramica delle Vette del Crostis