giovedì 28 giugno 2012

Quattro Parchi in quattro giorni: Sibillini, Gran Sasso, Maiella e Parco Nazionale d'Abruzzo

Domenica 24 giugno: un itinerario 'messo giù' su Map Source, cercando le strade più tortuose ed in quota dei nostri Appennini per sfidare il caldo ma andare a vedere i tesori nascosti di quattro nostri Parchi: quello dei Sibillini, quello del Gran Sasso, quello della Maiella e, infine, il Parco Nazionale d'Abruzzo.
In realtà per Claudia ed il sottoscritto si tratta di andare alla scoperta di posti sconosciuti: a parte una breve 'toccata' con Interne Riders nell'ormai lontano 2003, sono solito dirigermi verso nord. Ma qualche report e foto pubblicati in internet (grazie soprattutto al buon Freevax) o letti sulle riviste, hanno cominciato a produrre curiosità.
E allora partiamo. Il periodo è un po' caldo... tracciamo un itinerario che ci fa rimanere quasi sempre in quota e lontano dalle principali direttrici di traffico: la moto permette buone medie anche sulle provinciali, e le curve non sono certo un sacrificio :-)
S.Agata Feltria, Pennabilli, Sassoferrato, Fabriano, Matelica, Camerino, Muccia... in pratica è proprio da Muccia che inizia l'itinerario vero e proprio.
Domenica 24 giugno... sulle strade appenniniche verso sud
Raggiungiamo infatti il Lago di Fiastrone e ci inerpichiamo fino al punto panoramico che domina la sponda nord. Riprendiamo la strada che ci porta a percorrere una bella strada con tante curve disegnate dalle gole dovute all'erosione del torrente Fiastrone.
Lago di Fiastrone
A Sarnano troviamo un panino... il paese meriterebbe anche una visita, ma è molto caldo, e la piazza ospita il paddock ed il podio per una corsa in salita automobilistica che pare essere in arrivo. Fuggiamo in fretta per la paura di rimanere bloccati... anche se io avrei voluto rimanere per vedere le miss che, sul podio, ci sono sempre :-)
Le strade sono belle ed il traffico è scarsissimo. Nei pressi di Montefortino vediamo l'indicazione per la Gola dell'Infernaccio. Non l'avevamo nell'itinerario ma la curiosità (ed il fatto che la strada porta in mezzo ai boschi) ci fa mettere la freccia. Ben presto ci troviamo su una strada non asfaltata (avevo lavato la Stelvio prima di partire!) e raggiungiamo un parcheggio: per raggiungere la gola ci vogliono dieci minuti a piedi (in discesa), mentre ne impiegheremo una quindicina per tornare alla moto. Ma ne valeva la pena: l'acqua che cade dall'alto regala frescura, così come è fredda l'aria che fuoriesce dalla vicina galleria (chiusa però da un pesante cancello).
Montefortino 
Verso la Gola dell'Infernaccio 
Gola dell'Infernaccio
Una volta tornati in sella proseguiamo su quella che giustamente è tabellata come 'Gran via del Parco' per abbandonarla solo dopo Montegallo, per salire sulla Forca di Presta e raggiungere la 'famosa' Piana di Castelluccio. Lo spettacolo è veramente notevole, anche se le fioriture sono appena all'inizio. Ma questo è stato insufficiente, evidentemente, per richiamare centinaia di turisti, che hanno parcheggiato ovunque camper e auto e si sono riversati in mezzo ai fiori a scattare fotografie. La stessa Castelluccio risulta intasata di auto, moto, camper e... bipedi. 
Sulla Gran via del Parco 
Forca di Presa 
La Piana di Castelluccio 
La Piana di Castelluccio 
L'esperienza di mototurista insegna che quando si raggiunge di giorno un bel posto troppo caotico, occorre pazienza. Ci si cerca un albergo. Ci si fa una doccia e, con calma, si attende che il turista 'mordi e fuggi' scompaia. Alle otto di sera ci regaliamo due passi in un paese ormai vuoto, un buon castrato annaffiato da un ottimo Rosso Piceno gustato all'aperto, e le luci del tramonto che spengono i colori delle fioriture sul Piano Grande... 
Castrato alla brace & Rosso Piceno :-)
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Lunedì 25 giugno: a parte qualche camper non rimane nulla del caos di ieri. Ora la piana è 'tutta nostra'. Dopo alcune foto irrinunciabili risaliamo la Forca di Presta e scendiamo fino ad Arquata del Tronto, dove approfittiamo della temperatura ancora mite della mattina per due passi fino alla rocca e per il centro storico.
...di mattina la Piana di Castelluccio è tutta nostra
Da Arquata abbandoniamo la Grande Via del Parco (dei Sibillini) e ci dirigiamo ad Acquasanta Terme. Da lì, nei parte una strada per il nulla... sì: l'avevo scelta perchè si inoltrava nel parco del Gran Sasso (l'ingresso è quello di S. Gerbone) ma per chilometri e chilometri offre solo bosco e buche... sì, perchè il manto stradale prima e dopo Valle Castellana è pessimo. In questa parte vi consiglio di cercare un itinerario alternativo :-)
Arquata del Tronto 
Nei pressi di Acquasanta Terme 
Entriamo nel Parco del Gran Sasso
Dopo Cortino il viaggio si fa più interessante. Spesso i panorami permettono di vedere in avvicinamento le vette del Gran Sasso. La strada si fa anche più divertente. 
Saliamo a Prati di Tivo da dove parte una sterrata messa abbastanza male (che la Stelvio comunque digerisce alla grande) che in vetta regala una vista stupenda. A Prati di Tivo ci sfamiamo con un taglierino meraviglioso di salumi e formaggi locali, e per smaltire visitiamo il piccolo centro di Pietracamela, sfregiato purtroppo dal terremoto del 2009.


Pietracamela 
Sopra Prati di Tivo, tre chilometri di sterrato e... un panorama unico"
Pietracaemla 
Il punto panoramico di Vado di Sole
Passato Rigopiano la strada diventa ancora più bella e con caratteristiche 'alpine'. L'area di sosta di Vado di Sole offre un punto panoramico splendido. Facciamo poi una breve deviazione verso l'altopiano di Campo Imperatore e Fonte Vetica... è già tardi per oggi, e il Ristoro Mucciante offre arrosticini, non un letto per la notte... ...preferiamo quindi scavalcare il Valico Capo La Serra e raggiungere Castel Del Monte. Il paese è fortemente sfregiato dal terremoto del 2009, ma il centro storico merita di essere visitato. Buonanotte ;-) 
L'altopiano di campo Imperatore 

Castel del Monte

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Martedì 26 giugno: lasciamo Castel Del Monte godendoci delle gran belle curve immerse tra il profumo ed il giallo delle ginestre. Sono chilometri piacevolissimi e senza ostacoli che ci portano fino al valico di Forca di Penne. La strada rimane molto divertente e panoramica offrendoci anche la vista dei borghi di Corvara e Montesansonesco. Abituati al traffico onnipresente in Romagna, anche nelle provinciali di campagna, non riusciamo a non stupirci della libertà offerta ai motociclisti da questi spazi così poco popolati e questi chilometri e chilometri passati senza incontrare anima viva ma occhio a pecore e capre... anche quando sono accompagnate, pare che i pastori contino molto sull'attenzione di automobilisti e motociclisti).
Martedì 26 giugno: lasciamo Castel Del Monte godendoci delle gran belle curve immerse tra il profumo ed il giallo delle ginestre...
Forca di Penne 
Corvara 
Traffico :-)
Montesansonesco
Dopo Roccamorice saliamo verso la Maielletta, ovviamente fermandoci anche a scattare una foto indimenticabile ad un Passo che diventerà pietra miliare della mia collezione: Passo Tettone :-)
Salendo verso la Maielletta 
Passo Tettone!
La Maielletta in effetti offrirebbe panorami incredibili. Purtroppo il cielo è un po' velato, e dobbiamo accontentarci. Cmq lassù, a 16 gradi centigradi, quando nelle pianure romagnole si superano i 35, è un gran bel godere!
Panorama dalla Maielletta
L'asfalto più che buono consente curve goduriose anche nella discesa fino a Pretoro e poi a Pennapiedimonte: strano incontrare così pochi motociclanti in giro!
A Pennapiedimonte però svoltiamo per il Lago di Casoli e Civitella Messer Raimondo, perchè vogliamo raggiungere Roccascalegna, dove è difficile non rimanere a bocca aperta da quella rocca costruita 'a sbalzo' sulla scarpata.
Scendendo al Lago di Casoli 
L'incredibile rocca di Roccascalegna
Dopo un frugale panino raggiungiamo Pescocostanzo, Rivisondoli, Roccaraso e, dopo un brevissimo tratto di pianura 'abitata', il Parco Nazionale D'Abruzzo: il Lago di Barrea e la splendida Civitella Alfedena, immersa nei boschi del parco. 
Pescocostanzo 
Rivisondoli 
Il Lago di Barrea: siamo nel Parco Nazionale d'Abruzzo
Civitella Alfedena è l'esempio di come, anche al sud, sia possibile creare un'economia legata al turismo ecosostenibile ed essere un vero e proprio esempio per tutta l'Italia: ordine, pulizia, nessun evidente abuso edilizio visibile, un centro storico perfettamente conservato, il tutto 'condito' da un'ospitalità assolutamente notevole ed amichevole (ma questa, va detto, non è mai mancata in queste contrade).
Nel grande recinto vicino al Centro Visite del Parco attualmente è ospitata una lupacchiotta dalla faccia feroce... Claudia si apposta e riesce a fotografarla. 

A Civitella troviamo tra l'altro la miglior sistemazione alberghiera mai riscontrata in questi anni (e mi fa piacere citarla anche qui, poi ovviamente sarà inserita nella pagina dei 'consigli di viaggio'): in pieno centro storico notiamo l'Albergo 'Antico Borgo La Torre', ospitato in alcuni edifici ristrutturati uno di fronte all'altro. C'è anche il parcheggio riservato, sito in un vero e proprio giardino curatissimo. Quando Claudia va, titubante, a chiedere il costo della camera, teme di non aver capito bene: 45 euro con colazione: 'Non vorrei che siano a persona...'. Cmq il posto è molto bello, e l'albergatore genilissimo e giustamente orgoglioso del suo giardino, del piccolo orto e dei frutti che quest'ultimo mette a disposizione dei suoi clienti. Opzioniamo la cena (arrosticini cotti sulla brace, contorni misti dell'orto, ciliege appena raccolte dall'albero, dolcetti tipici e un mezzo di rosso. Caffè e Genziana 'handmade'. Il conto che ci presenterà la mattina dopo: 75 euro in due. Beh: se capitate dalle parti di Civitella Alfedena fermatevi qui. Punto. 

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Mercoledì 27 giugno: quando siamo partiti non sapevamo esattamente quanti giorni avremmo avuto a disposizione. Veniamo poi a sapere che Claudia dovrà essere a casa nel pomeriggio di domani. Decidiamo quindi alcuni tagli, ma certamente non taglieremo Campo Imperatore: sono anni che abbiamo un appuntamento con gli arrosticini :-) ...ma andiamo con ordine...
Dopo aver fatto un'ottima colazione, pagato l'onestissimo conto e salutato il gestore del 'La Torre', ripartiamo da Civitella un po' dispiaciuti. Certamente questo paesino potrebbe essere stato un'ottima 'base' per una visita più approfondita al Parco Nazionale. Civitella: ritorneremo!
Civitella Alfedena
La strada che scende prima al Lago di Barrea, poi sale verso il Passo Godi e poi a Scanno è semplicemente splendida: una strada alpina in Abruzzo. Segnatevela!
Splendida la strada del Passo Godi!
E dopo Scanno c'è la Valle del Sagittario, con le omonime gole. Curve divertenti ad altezze da vertigini, con la strada per metà in balconata appesa alle rocce, lassù. Bello.
Dopo Scanno, la Valle e le Gole del Sagittario
Il divertimento finisce alla periferia di Sulmona, dove però non possiamo esimerci da una sosta golosa: l'antica fabbrica di confetti Pelino ha il negozio aperto...
Sulmona: dolce sosta...
Di nuovo bella la strada che porta a Pacentro, così come la salita per la Via delle Vigne quasi fino in cima a Calascio. Dopo Santo Stefano di Sessanio troviamo il cartello che indica Campo Imperatore... pochi tornanti e si dimenticano le ginestre che ci hanno accompagnato fin da Sulmona: ora siamo di nuovo in Montagna!
La Via delle Vigne in direzione Calascio 
Pacentro
I panorami offerti dagli immensi altipiani e dalle cime del massiccio del Gran Sasso sono semplicemente meravigliosi. Lo ammetto: non mi aspettavo mi piacessero così tanto. E non pensavo neppure che le dimensioni di questo massiccio, posto nel centro-sud della nostra Penisola, fossero così notevoli. Quassù non si rimpiangono le Alpi: questo è sicuro.
Erano anni che avevo voglia di andare a mangiare gli arrosticini in una di quelle due baracche in sitle western che furono edificate per far parte del set dei film di Trinità. Ci fermiamo al Ristoro Mucciante. Compriamo un po' di arrosticini e Claudia va a cucinarliu nelle fornacelle costantemente accese. Il fumo (ed il profumo) riempie l'aria. E intanto ammiriamo gli immensi panorami che ci circondano...
Gli altopiani del Gran Sasso 
Cottura degli arrosticini al Ristoro Mucciante 
...spazi enormi! 
Il Grand Hotel Campo Imperatore 
Paesaggi alpini... 
...e belle curve
Per digerire (e per il caffè) dirigiamo la Stelvio verso la cima di Campo Imperatore. Chilometri e chilometri di strada dritta sull'altopiano, poi ecco le curve ed i tornanti che ci fanno salire fino in cima, dove si trovano l'osservatorio ed il Grand Hotel (che avrebbe bisogno almeno di una bella imbiancata all'esterno, mentre all'interno è tenuto meglio) dove fu tenuto progioniero il Crapùn nel 1943.

Pur non avendone voglia siamo costretti a ripartire. Vogliamo portarci il più a nord possibile, per poter rientrare entro domattina a casa (e senza dover prendere autostrade...). Passo delle Capannelle, Lago di Campotosto, Amatrice, Arquata del Tronto, Forca di Presta, Castelluccio, Passo di Gualdo, Visso... per fortuna che la Stelvio è stramaledettamente facile e confortevole, perchè oggi pomeriggio ci facciamo di curve e controcurve :-)
Il Gran Sasso visto dal Lago di Campotosto
E' già abbastanza tardi quando decidiamo di fermarci. A Muccia, all'Albergo del Cacciatore, dove sappiamo di trovare ottima accoglienza ed altrettanto ottima cucina.
Muccia
L'indomani in poche ore eravamo a casa, a Ravenna. 
In pratica quattro parchi in quattro giorni :-)

Queste le mappe dell'itinerario: