venerdì 31 agosto 2012

Un Paese sempre meno gradevole

Domenica scorsa, sulla statale del Muraglione, il Corpo Forestale dello Stato ha proceduto a ritirare ben 38 patenti. Io non ho mai difeso chi scambia la strada con la pista mettendo a repentaglio la sicurezza di tutti gli altri utenti della strada, anzi... ma da qualche racconto ho avuto la sensazione che la Forestale non abbi a'beccato' solo i cosiddetti smanettoni...
E allora ho scritto questa e-mail all'URP del C.F.S. di Roma, e all'ASAPS. Chissà se qualcuno si degnerà di leggerla...
Buongiorno, chi vi scrive è un cittadino in moto. Nel senso che ho 48 anni, percorro annualmente circa 15.000 km in moto ed altrettanti in auto.
Negli ultimi 25 anni NON ho mai preso una multa e, un po' per prudenza, un po' anche per fortuna, non sono mai stato coinvolto in incidenti. Impegnato nel Coordinamento Italiano Motociclisti, inoltre, non manco di esprimere forti critiche rispetto alla mancanza di cultura motociclistica di chi scambia la strada per una pista, mettendo a repentaglio anche l'incolumità degli altri utenti della strada.
Credo di potermi esprimere quindi con una certa franchezza rispetto a quanto ho potuto leggere ed apprendere da fonti dirette sui metodi della 'Forestradale' di Arezzo, che solo domenica scorsa, sulla statale del Muraglione, ha elevato moltissime sanzioni e ritirate 38 patenti.
Che al Muraglione, come su altri Passi, ci siano dei cretini che scambiano la strada per la pista, non ci piove.
Ma siamo sicuri che la famosa 'strategia' della Forestale di Arezzo colpisca solo questi delinquenti?
Intanto i limiti di velocità, in molti tratti, sono assurdamenti bassi. 60 all'ora. Addirittura sulla strada della Calla, anche in zone rettilinee, ci sono i 40. E spessissimo vige il divieto di sorpasso, anche nei rettilinei in salita.
Che senso hanno? Solo quello di disabituare automobilisti e motociclisti a rispettarli.

Sono a tutti gli effetti controproducenti, riducendo la percezione positiva, da parte degli utenti, nel confronto del rispetto delle regole.
C'è poi il comportamento della Forestale di Arezzo.
Pare che domenica scorsa la loro auto civetta, con la telecamera a bordo, viaggiasse molto lenta, praticamente inducendo i motociclisti a sorpassarla pur in presenza di divieto di sorpasso.
Poi, una volta arrivati in cima, ecco il 'pattuglione' a notificare i provvedimenti.
Se questa ricostruzione dei fatti, così come raccontata da uno dei 'sanzionati', è vera, mi sembra il minimo chiedere l'immediata cessazione di questa 'strategia'.
Si tratta quasi di un'incitazione a delinquere, un atteggiamento che lede il senso di rispetto delle Istituzioni da parte dei cittadini, uno 'sparare nel mucchio' che non colpisce solo i più pericolosi, ma 'a random' chiunque di noi si possa trovare casualmente davanti il trabocchetto.
L'Italia ha bisogno di altro. Ci vogliono divieti, prescrizioni e limiti seri, rapportati alle reali possibilità delle strade e dei mezzi moderni. Prescrizioni e limiti che possano essere compresi come 'seri' ed accettabili dagli utenti della strada.
E poi ci vuole la capacità di colpire i comportamenti criminali e pericolosi di chi li mette in atto.
Porre limiti assurdi, piazzarsi in mezzo alla strada a 50 all'ora e sanzionare chi, in sicurezza ed in pochi secondi, sorpassa, è un 'tiro al piccione indegno' del rispetto che si deve avere per un Corpo dello Stato. Ma anche del rispetto che un Corpo dello Stato deve ai cittadini.
Viaggio spesso in Austria, in Svizzera, recentemente in Islanda, dove le Forze dell'Ordine sono giustamente considerate molto severe: bene, passare le ferie in moto in quei Paesi è molto più divertente che in Italia. Là se c'è un limite ridotto o un divieto di sorpasso, se ne comprende immediatamente il motivo. E poi la strada torna a limiti e prescrizioni 'normali'.
Questo ci rende un Paese sempre meno gradevole, danneggiando anche il comparto turistico e quello enogastronomico, bruciando inoltre posti di lavoro e opportunità importanti.
Mi piacerebbe che queste mie poche righe potessero far sì che si aprisse un dibattito su come incentivare un comportamento responsabile sulle strade senza ricorrere a questi metodi deleteri, facendo in modo che motociclisti, ciclisti, automobilisti e utenti professionali siano parificati in rispetto e responsabilità.
Grazie dell'attenzione e distinti saluti

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E' giusto postare qui la risposta (dal tono molto cortese, ma che nel contenuto mostra di non conoscere il comportamento del Comando di Arezzo) giunta dall'URP del Comando nazionale del Corpo Forestale dello Stato:

Gentile Sig Giancarlo Gattelli,
la ringrazio per la Sua mail e Le illustro, in maniera molto sintetica, i controlli effettuati dai colleghi in provincia di Arezzo sulle strade di montagna.
Il progetto "Defend life", curato dal Corpo forestale dello Stato per la sicurezza stradale, in Provincia di Arezzo, è ormai giunto al quarto anno di vita. Avviato ufficialmente nel 2008, con l´istituzione di un apposito Nucleo operativo speciale,  ad oggi rappresenta un modello innovativo  destinato ad essere esteso anche ad altre realtà territoriali.
Il tema della sicurezza stradale sembra lontano dai compiti istituzionali riferiti normalmente al Corpo, ma chi muove una simile obiezione non conosce, in realtà, né i Codici, né l´evoluzione storica del comparto delle Forze dell´ordine che ha portato ad  una sempre maggiore interazione e collaborazione su tutti i temi che attengono alla sicurezza della cittadinanza. Esistono, quindi, settori che rimangono prerogativa esclusiva di alcuni particolari soggetti (si pensi, ad esempio, ai reati in materia fiscale sanzionati dalla Guardia di Finanza o le attività di Polizia militare svolte dall´Arma dei Carabinieri) ed altri che, invece, vedono il concorso di tutto il comparto. Cooperazione ed azioni interforze sono, inoltre, un importante motore per migliorare la professionalità degli operatori ed accrescere le risposte operative. Da questi presupposti è, dunque, partito il progetto "Defend life" destinato al monitoraggio di alcuni tratti viari, con particolari caratteristiche, della provincia di Arezzo: la SP 208 nel tratto che va da Pieve Santo Stefano a Chiusi della Verna;  la SR 258 tra Ponte Presale e Badia Prataglia; la SP 556 nel tratto compreso tra Stia, Valluccioli ed il Passo di Croce ai Mori ed, infine, la SP 310 da Stia al Passo della Calla.
Strade di montagna di grande bellezza, che si snodano in un paesaggio ricco di boschi e di tradizioni storiche importanti. Ma anche caratterizzate da un percorso tortuoso, con curve e dislivelli, da un fondo stradale spesso pericoloso e da guidatori  piuttosto indisciplinati. 
Su tali starde si sono registrati numerosi incidenti con morti e feriti e si sono svolte spesso vere e proprie competizioni non autorizzate tra motociclisti. Senza trascurare poi, le modifiche apportate ai mezzi, vietate per legge, e i livleli di inquionamento sonoro causati dai mega raduni di motociclisti.
Nell'allegato opuscolo, redatto in collaborazione con l' Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, troverà spiegate le tecniche che vengono utilizzate per effettuare i controlli su strada. Prevedono tipologie e situazioni diverse e l'impiego di supporti particolari per rilevare le comuni infrazioni.
La prego di darne la massima diffusione nell'ambito del Coordinamento Italiano Motociclisti.
Lei si dichiara guidatore prudente e rispettoso della cultura motociclistica. Sono lieto di informarLa che il tipo di sistema di controlli messi in atto dal Corpo forestale dello Stato è finalizzato proprio a favore di chi rispetta il codice della strada e non vive la passaggiata motociclistica, specie in aree protette o di particolare bellezza paesaggistica, come mero "esercizio sportivo". 
I limiti assurdi di cui Lei parla non sono certamente fissati dal CFS, ma tengono conto anche e soprattutto delle condizioni stradali e dei potenziali rischi: attraversamento di animali, presenza di pedoni, tipologia del traffico e del manto stradale.
Le riporto, infine, un breve passaggio comparso in questi giorni sulla stampa locale:
"...il Cfs sta svolgendo, con grande professionalità e apprezzamento dell'Ente Parco delle Foreste casentinesi, un'operazione di sicurezza stradale voluta dalle Prefetture sulle strade del Parco Nazionale, che sono state teatro di gravissimi incidenti motociclistici, alcuni mortali, causati dal mancato rispetto delle basilari regole del Codice della Strada, ma anche di quelle del vivere civile.
E qui ci sembra giusto sottolineare la differenza fa i motociclisti veri (cioè quelli che si godono profumi e paesaggi passeggiando "al minimo" per le nostre splendide valli e paesi; questi sono assolutamente i benvenuti nel Parco) e i "delinquenti su 2 ruote" (che pensano alla vita propria e a quella degli altri come a un valore "zero"; di questi facciamo volentieri a meno).

I controlli non hanno alcuno scopo di "fare cassa", come viene demagogicamente sostenuto, poiché i proventi delle contravvenzioni vanno nelle casse dello Stato, certo non in quelle del Parco Nazionale. Il Corpo Forestale si chiama "dello Stato" perché vigila sul rispetto di tutte le norme dello Stato italiano (stradali e non) a tutela della intera collettività; cioè i diritti di tutti, contro gli abusi di qualcuno!
C'è "volontà vessatoria" nel far rispettare le più semplici ed elementari regole del vivere civile? O forse è preferibile che i privilegi, gli abusi e gli interessi privatistici di qualcuno prevarichino i diritti di tutta la collettività?

I Parchi Nazionali tutelano un bene pubblico - quale è l'Ambiente - prima di tutto per i nostri figli, ovvero il nostro presente e il nostro futuro. Bene pubblico significa "bene di tutti!" e tutti hanno il diritto di goderne e beneficiarne in ugual modo, per questo il mancato rispetto delle regole viene sanzionato: semplice e normale convivenza civile, propria di una comunità evoluta".
Certo del suo apprezzamento e sostegno alle finalità sopra descritte Le porgo distinti saluti.
...mi è sembrato opportuno omettere la pubblicazione della firma (nota di Gattostanco)

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E questa, invece, è la mia replica:
Gent.mo Dr. Xxxxxxx,
la ringrazio per la sollecitudine della Risposta, ma purtroppo il nocciolo dle problema rimane irrisolto.
Ho la certezza che l'auto della Forestale di Arezzo procedesse molto piano, persino al di sotto dei limiti (che già ritengo assurdi nel 2012) di 60 all'ora.
Quell'auto lenta, in un punto non particolarmente pericoloso, l'avremmo sorpassata, in moto, sia io che lei, per quanto rispettosi del buon senso e delle regole...
Quindi, utilizzata in quel modo ed in quel punto, quell'auto dava la certezza alla Forestale di Arezzo di sanzionare la quasi totalità dei motociclisti, non solo quelli che scambiano la strada per la pista.
Già, i limiti.
Viaggio spesso in Austria, Svizzera. Ho avuto la fortuna di viaggiare in Irlanda e Islanda, dove ci sono probabilmente più boschi ed animali che nel nostro Appennino. Mai visti limiti così assurdi.
I limiti sappiamo perfettamente, Lei ed io, che vengono posti dagli Enti propietari della strada. Ma sta nella capacità interpretativa delle FF.OO. di decidere dove posizionare un autovelox o... un'auto civetta dotata di telecamera.
Se il Comando di Arezzo continuerà così, probabilmente riuscirà a rarefare di molto la presenza dei motociclisti, ma soprattutto di quelli 'normali', che probabilmente non riescono a rispettare completamente i limiti assurdi, e che portano solo valore aggiunto e lavoro a località che ne hanno un gran bisogno.
Mi auguro che il Comando del C.F.S. possa intervenire su Arezzo affinchè si ritrovi una giusta 'via di mezzo' tra il compiere il proprio dovere e lo scatenare assurde ed inaccettabili crociate.
Con cordialità,
Giancarlo Gattelli

3 commenti:

Anonimo ha detto...

mi trovo abitualmente da tanti anni sulle strade dell'appennino, che dire... è sempre pieno di motociclisti che corrono su e giù creando un pericolo per tutti con sorpassi improbabili e traiettorie inaccettabili.

Solo io penso che molti motociclisti giocano, si divertono, e non percepiscono i pericoli dati dal loro comportamento, per loro stessi e per gli altri?

Non voglio entrare in merito sul fatto che le sanzioni siano troppo severe o addirittura esagerate, non ho la competenza per poterlo giudicare: quello che posso dire con certezza è che le cose non sono mai cambiate, ne per lo schifo che vedo ogni volta durante la stagione calda, ne per i rombi assurdi che rompono il silenzio durante i trekking anche quando la strada dista chilometri.

Sicuramente non il comportamento di tutti i motociclisti è da spericolati, ma quel che è certo è che trovo giusto sapere che esistono controlli sulla strada

Gattostanco ha detto...

Certo che è giusto che ci siano controlli, il problema è come sono fatti.
I più interessati a fermare i cretini che scambiano la strada per la pista, siamo proprio noi 'motociclisti normali', che rischiamo, in caso di incidente, più di automobilisti o camperisti.
In Austria o in Svizzera, dove i limiti sono accettabili (nel senso che non trovi mai inutili righe continue senza soluzione di continuità e/o limiti assurdi di 40 o 60 all'ora per chilometri e chilometri), mi capita spesso di trovare, in cima al paso, la pattuglia della Polizei che controlla il comportamento di chi sta salendo.
E punisce chi lo merita.
Andare a 40 all'ora con una Punto civetta, per farsi sorpassare da qualsiasi motociclista 'normale' in prossimità di una curva, è un tiro al piccione indegno.
Lamps :-)

Anonimo ha detto...

nessun motociclista può superare nei pressi di una curva. Ne che sia normale ne che sia scalmanato.
è per questo che si dice la legge è uguale per tutti, se si facessero scelte soggettive l'applicazione dei codici non sarebbe più possibile poichè prevede la NON soggettività. quindi: se chi ti sta davanti va ai 40 all'ora ma il codice prevede che tu non possa sorpassarlo nel momento in cui decidi di farlo ti assumi le tue responsabilità perchè sai in cosa puoi incorrere.