sabato 21 febbraio 2015

Nuovo Crossrunner... ah, però :-)

Ero curioso di provare il nuovo Crossrunner: quel motore, sul VFR di anno scorso, mi era piaciuto davvero tanto. Fino ad oltre 6.000 giri sembra un bicilindrico: vivo, gustoso, con tanta coppia. E solo visino ai 7.000 giri il passaggio alle 4 valvole lo rende esplosivo.
Anche il Crossrunner non fa eccezione: certo, lo scalino si sente, quando si arriva al punto di passaggio, ma il regime dei giri è già talmente in alto che ben difficilmente se ne potranno avere dei problemi perché ancora in curva.
Ottimo il reparto sospensioni: gli avvallamenti e le buche vengono digerite bene, ed anche Claudia ha trovato molto confortevole il viaggiare da passeggera.
Una moto ben più agile e leggera del Crosstourer 1200, ovviamente, ed anche molto più ridotta come dimensioni, ma che offre uno spazio più che discreto anche per viaggi in coppia, anche se le gambe stanno un po' meno distese.
Strumentazione raccolta ma completa, ben leggibile anche sotto il sole ed in qualsiasi condizione: bella.
Difetti: a parte il prezzo (che con gli accessori da viaggio arriva a poco meno di 1.000 euro dal prezzo del Crosstourer 1200... che ha anche il cardano), manca un po' la protezione aerodinamica: il plexiglas è ridotto, e i paramani, d'inverno, sotto la pioggia, o anche d'estate per proteggersi dagli insetti o dai sassi, dovrebbero essere di serie, su moto di quel settore.
Cmq andatelo a provare: il Crossrunner è davvero un bel prodotto.
Gran bella moto. Ben più compatta e leggera del Crosstourer, ma comunque spaziosa. 
 
Ottima la strumentazione. Servirebbe invece un plexiglas più esteso
Grazie a R&D Moto di Ravenna per la cortesia

martedì 3 febbraio 2015

9 febbraio 1849 - 9 febbraio 2015: gloria alla Repubblica Romana!

Il significato della ricorrenza del IX febbraio, la Festa laica della Romagna
Giuseppe Mazzini
Nel 1846 l’elezione di Pio IX, erroneamente considerato un riformista, suscitò grandissime speranze fra i patrioti italiani, ma in pochi mesi ci si accorse di quanto fossero vane tali speranze.
Già dopo appena due anni, nell’arretrato Stato Pontificio, i governi, sempre più impopolari, si susseguivano uno dopo l’altro sempre più deboli ed invisi alla popolazione.
Dopo le dimissioni di Mamiani e il breve governo di Edoardo Fabbri, fu nominato Pellegrino Rossi, che si comportò da vero reazionario. Nel novembre del 1848 , all’approssimarsi dell’apertura delle Camere, fece affluire un forte contingente di truppe per prevenire le probabili agitazioni popolari, ma tale decisione arroventò ancora di più gli animi. Il 15, circondato dalla folla, fu ucciso con una pugnalata. A Roma risuonava il ritornello “...benedetta la mano che ha ucciso il Rossi...”.
Alla Camera non ebbero neppure il coraggio di commemorarlo. Tale uccisione, infatti, non aveva alienato simpatie ai patrioti, anzi. Il popolo cominciava a intravedere le debolezze dello Stato Pontificio, uno spiraglio di luce alla fine del tunnel secolare.
Mentre gli avvenimenti precipitavano e Ciceruacchio svolgeva comizi ovunque nei rioni anche popolari di Roma, Pio IX fu quindi costretto a preparare la nomina di un governo di moderati. Materrorizzato dalla mancanza di sicurezza di Roma, la notte del 24 novembre fuggì a Gaeta, travestito da prete.
Mentre i moderati, in difficoltà per la fuga del Pontefice, cercavano di salvare il governo dello Stato Pontificio, da Firenze Giuseppe Montanelli avanzò la proposta di convocare una Costituente . Mazzini stesso fu favorevole.
Stanchi e demoralizzati, i romani ebbero l’insperato aiuto di migliaia di giovani repubblicani che, da ogni parte d’Italia confluivano su Roma. “Era la parte più colta, nobile e ardimentosa di una gioventù per nulla rassegnata a vivere in un Paese diviso”.
Il 5 dicembre Mazzini scrive ai romani: “...Pio IX è fuggito: la fuga è un’abdicazione. Principe elettivo, egli non lascia dietro a sé una dinastia. Voi siete, di fatto, repubblica.”
A nulla valsero i tentativi dei conservatori di screditare e di ostacolare i repubblicani: le umilianti trattative con Gaeta avevano di fatto tolto qualsiasi autorità e prestigio ai moderati.
I Circoli popolari romagnoli e marchigiani si espressero per l’elezione di un’Assemblea Costituente che deliberasse sull’avvenire dello Stato.
Le elezioni furono indette per il 21 gennaio 1849 , il 5 febbraio si sarebbe aperta l’Assemblea.
Il Papa lanciò da Gaeta la sua scomunica , ma inutilmente: in tutto lo Stato fervevano già le attività elettorali.
Alta l’affluenza alle urne: a Roma, su 35.000 elettori, i votanti furono 25.000. Le elezioni, dopo una dura lotta con i moderati, furono vinte dai repubblicani.
Per quattro giorni, ininterrottamente, l’Assemblea discusse della forma di governo.  Dopo decine di interventi fu la volta di Monghini , deputato di Ravenna:
”Se mi è lecito restringere la discussione de’ miei colleghi, mi pare che a soli tre si riducano i partiti da prendere, o Papa, o Governo provvisorio, o Repubblica.
Del Papa mi vergognerei a parlare: il Governo provvisorio non sarebbe che una prolungata agonia, dunque non rimane che la Repubblica.”


Ore una, 9 febbraio 1849,
nasce la Repubblica Romana.

Con il voto di questo decreto: 
Art. 1
Il Papato è decaduto di fatto e di diritto dal Governo temporale dello Stato Romano.
Art. 2
Il Pontefice romano avrà tutte le guarentige necessarie per la indipendenza nello esercizio della sua potestà spirituale.
Art. 3
La forma del governo dello Stato romano sarà la democrazia pura e prenderà il glorioso nome di Repubblica Romana.
Art. 4
La Repubblica Romana avrà col resto d’Italia le relazioni che esige la nazionalità comune.
 
 
La Repubblica offre la garanzia alla Chiesa di poter svolgere liberamente la propria opera spirituale, ma non basta.
Mentre a Roma si scrive una Costituzione che è ancora esempio di modernità e democrazia, mentre si dà forma a esercito, polizia, riorganizzazione dello Stato e dell’economia, il Papa cerca di trovare un esercito straniero che gli consenta di sedersi nuovamente - da capo dello stato - a Roma.
Il pericolo sembra l’Austria, che fa marciare il suo esercito verso sud.
Ma il corpo di spedizione francese, al comando del Generale Oudinot, non sta correndo in aiuto dei repubblicani.
Contro il volere dello stesso popolo francese e della sua Assemblea, il corpo di spedizione sbarcò a Civitavecchia con lo scopo di riportare Pio IX a Roma.
Inizia così, il 30 aprile del 1849, l’epica e disperata difesa della città; difesa che generò fulgidissimi esempi di valore e abnegazione in nome dei puri ideali di Libertà e Patria.
I francesi entreranno a Roma il 4 luglio, poche ore dopo che la Costituzione fu promulgata tra i colpi di moschetto e di cannone. Quella Costituzione, democratica e moderna, sarebbe stato il perno della rigenerazione italiana...
 

L’estremo saluto del triumvirato (Saffi, Mazzini, Ermellini):


Romani!
Una nube sorge oggi tra voi e l’avvenire; è nube d’un ora.
Durante costanti nella coscienza dei vostri diritti e nella fede, per la quale morirono, apostoli armati, molti dei migliori fra voi.
Dio vuole che Roma sia grande e libera e sarà.
La vostra non è disfatta: è vittoria dei martiri, ai quali il sepolcro è scala al cielo.
Quando il cielo splenderà raggiante di resurrezione per voi - quando, tra breve ora, il prezzo del sacrificio, che incontraste lietamente per l’amore, vi sarà pagato - possiate allora ricordarvi degli uomini che vissero per mesi della vostra vita, soffrono oggi dei vostri dolori, e combatteranno, occorrendo, domani, misti nei vostri ranghi, le nuove vostre battaglie.
 
Ecco perché, ancora oggi, in Romagna si festeggia, il 9 febbraio, la proclamazione della Repubblica Romana.
Repubblica Romana che fu uccisa da un esercito ben più potente, al soldo del potere temporale papalino.
Ed ecco perché, tra chi conosce e si tramanda il senso di questa piccola porzione di Storia, non si riesce così facile accettare ancora le ingerenze dei clericali. 
 
RINGRAZIAMENTO:
Ampi stralci di questa paginetta sono stati realizzati attingendo a piene mani da: “Gloria alla Repubblica Romana - compendio de La Romana del 1849” di Giovanni Conti”
di Massimo Morigi - Edizioni Endas Ravenna 1986