mercoledì 3 dicembre 2008

Sarebbe facile rispondere "chissenefrega"...

Dopo in "no" del Vaticano alla proposta di depenalizzare l'omosessualità, oggi tocca al disabili. Come aveva annunciato non ha firmato la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, circa 650 milioni nel mondo che, entrata in vigore l'8 maggio scorso, è il primo trattato sui diritti umani del terzo millennio ed è stato approvato dall'assemblea generale dell'Onu nel 2006.
"Non c'è assolutamente nulla di nuovo", ha detto il direttore della Sala stampa vaticana padre Federico Lombardi. Già, non c'è niente di nuovo.
Da anni il Vaticano cerca di fermare l'Onu e le Istituzioni internazionali in tema di contraccezione, lotta all'Aids, politiche di riduzione della natalità nei Paesi dove poi si muore di fame, malnutrizione, povertà, sovrappopolazione.
Da anni, soprattutto in Italia (ovviamente) il Vaticano costituisce una lobby politica e finanziaria fortissima, che al di là del numero dei cattolici praticanti o delle volontà espresse dalle opinioni pubbliche, ottiene dalle forze politiche privilegi e leggi a favore delle indicazioni della chiesa cattolica.
Sarebbe bello poter scrollare le spalle e dire "chissenefrega" davanti alle solite esternazioni vetero-bigotte di Ratzinger & c., consci del fatto che anche molti tra coloro che vanno a messa tutte le domeniche scopa fuori dal matrimonio se ne ha voglia, usa i contraccettivi perchè previdente, abortisce se ne sente la necessità, relaziona con altri del suo sesso se quella è la sua sensibilità etc.
Sarebbe bello poter scrollare le spalle e dire "chissenefrega" nella certezza che, come sul tema del testamento biologico e del diritto a scegliere come finire la propria esistenza, debba essere l'individuo e non un prete che ti dice "la tua vita è di dio, soffri e sta zitto".
Però non possiamo.
Non possiamo perchè le esternazioni della chiesa cattolica non sono indirizzate solo a coloro che credono (e quindi è giusto affermare che la chiesa può in ogni momento esprimere ciò che vuole) ma legano anche me, tutti i non credenti o i diversamente credenti, a leggi e limitazioni dei propri diritti individuali decise ed applicate da una classe politica intimorita dalla forza politico-finanziaria del Vaticano.Oggi se in Italia il divorzio e l'aborto sono un diritto (non un obbligo, attenzione!), lo dobbiamo a due referendum.
Dobbiamo rilanciare questa voglia di libertà degli italiani.
Dobbiamo far sentire ai preti l'isolamento culturale nel quale le alte grarchie della chiesa li stanno ponendo rispetto al comune sentire degli italiani e dei cittadini moderni.Civilmente, ma fermamente, dobbiamo ricominciare a lottare per i nostri diritti.
Che non vuol dire obbligare un cattolico all'eutanasia, all'aborto, al divorzio: ma impedirgli di schiacciare i nostri, di diritti!

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