venerdì 24 settembre 2010

La Route des Grandes Alpes

Uno splendido tracciato di 700 chilometri dal Mediterraneo al cuore delle Alpi
Avevo percorso la Route del Grandes Alpes nel 2002, come ultima parte del "giro delle Alpi" dalla Slovenia alla Costa Azzurra. Otto anni fa. Lo avevo fatto, tra l'altro, di fretta e dovendo sottostare ai capricci di un tempo inclemente. Negli anni successivi qualche volta avevo attraversato la RdGA o ne avevo ripercorso qualche tratto (Galibier, Lautaret, Cormet de Roselend) ma mi ero riproposto di rifarla tutta intera, perchè è solo così, che se ne riesce a cogliere la grandiosità.
Sì, grandiosità. Perchè dal Lago di Ginevra a Mentone ci sono alcuni dei passi più alti e belli del nostro arco alpino, ma anche perchè in pochi giorni e senza soluzione di continuità del proprio viaggiare, si possono cogliere, chilometro dopo chilometro, le diverse culture che vi sono insediate, i diversi colori di rocce e vegetazione, i diversi stili di vita, i diversi profumi della terra...

E allora, domenica 19 settembre, nonostante Ravenna fosse ancora sotto un acquazzone che durava da 24 ore, siamo partiti... d'altronde le previsioni erano chiare: cinque giorni di bel tempo, sulle Alpi, sono una manna che non si può non raccogliere.
Pallostrada (carissima... che vergogna spendere più di autostrada che di benzina!!!) una panino in autogrill prima di Ventimiglia (con almeno una bella vista sul Mediterraneo) e poi, alle porte di Mentone, il cartello che indica la direzione per Sospel
Domenica 19 settembre, l'itinerario
E' qui, da questa periferia un po' (molto) trasandata, che inizia in maniera molto sommessa la Route del Grandes Alpes. Ma il paesaggio si lascia presto alle spalle le brutture della città costiera, si comincia a salire e presto si inizia a respirare un'aria profumata di rosmarino e origano... e delle tante piante che riescono a vivere tra questa pietraie. Sì, perchè queste sono alture bruciate dal sole, con poca terra e molte pietre friabili e sgranate. Dal Colle di Castillon si vede ancora il mare, poi planiamo verso Sospel, cittadina molto caratteristica anche se la povertà e la crisi lasciano a vista le cicatrici del tempo, tra le case con i muri sbracciati nel vecchio centro ed i negozi chiusi da anni lungo la strada principale che poi ci porterà al Turinì. 
Siccome abbiamo deciso di fare tappa proprio a Sospel, ma non è ancora sera, ci dedichiamo ad un paio di giri ad anello, uno che ci riporta in breve in Italia e che passa per il Colle di Vescavo e Olivetta e per la splendida valle di Roya (che bello il fiume che si è rintanato in un canyon lungo tutta la strada), mentre il secondo passa per il Turinì, il Col de Orme, il Col de Able (stradella secondaria tra l'altro ricoperta, nel periodo del nostro passaggio, dai residui di legna tagliata dai boscaioli del posto), il Col de Braus ed in Col St. Jean
Ci sistemiamo in un albergo che ha visto epoche migliori (non che quello al suo fianco, otto anni fa, ci avesse dato migliore impressione) e troviamo nel centro storico una pizzeria che offre anche ottime salade ed entrecotes, con un ottimo vino rosso, corso, "en pichet".
Lasciamo Mentone e saliamo verso il Castillon...

Sospel
Col de Vescavo

La vallata del Roya



Divertimentificio...
...tra curve, rocce, boschi, forti
Sospel
Sospel: quando c'è passione, i motociclisti locali dimenticano anche le scale

Lunedì 20 settembre. Al mattino, nonostante i nostri timori, l'albergo è ancora in piedi. La colazione non è male ed il distributore aperto (occhio: per un centinaio di chilometri, dopo Sospel, pare esserci un unico distributore... e tra l'altro questo lunedì mattina era pure chiuso... fate benzina spesso, quando siete nel sud della Francia lontano dai grandi assi viari di collegamento!!!) possiamo ripartire.
Lo facciamo con una piccola variziaone al percorso della RdGA: anzichè andare direttamente al Turini, imbocchiamo nuovamente la strada per il Colle del Braus fino ad Escarene (strada bellissima!!!) poi a destra per Luceram, per il Col de Able (non c'è cartello), e Peira Cava, fino al Turinì. Di qui torniamo sul tracciato (tabellato... ci sono sempre le indicazione per seguire la Route des Grandes Alpes) della RdGA.
A St. martin Vesubie compriamo un paio di panini che ci sbaferemo più avanti (tra l'altro la cittadina è molto graziosa), passimao invece le brutture simil-Tonale del Col de St. Martin e, dopo la splendida Roubion, ci tuffiamo nel verde alpino del Col de la Couillole (dove, stravaccati su un prato, ci gusteremo il panorama ed i sandwiches).
Ruderi del Forte al Col de Braus 
Luceram
Col de Able 
St. Martin Vesubie 
St. Martin Vesubie
Col de St. Martin 
Verso il Col de la Couillole
Roubion 
Col de la Couillole

La zona di Beuil, Valberg, Guillames, fino al Colle de la Cayolle è estremamente selvaggia e affascinante.
Gole, rocce sporgenti che cambiano colore di chilometro in chilometro, forti e paesini abbarbicati tra le rocce... non sai mai se concentrarti sulla guida o rallentare e guardare (e gustarti) il panorama.
Raggiungiamo il Col de la Cayolle e ci salutiamo con alcuni altri motociclanti (tedeschi, ovviamente). Viaggiare così, senza fretta e senza impegni, è una delle cose che più mi rilassano. Vorrei che il tempo rallentasse, per poter godere più a lungo questi momenti.
Già salendo alla Cayolle era impossibile non notare l'immenso massiccio della Bonette.
Sulla Bonette i francesi, con la loro grandeur, un po' ci stanno marciando. Per chilometri e chilometri trovate i cartelli indicando che la strada della Bonette è la "plus haute d'Europe". La realtà è un po' diversa.
Il colle della Bonette (la strada di valico che unisce Jausiers a St. Etienne de Tinee) è a quota 2.715 metri, quindi più basso sia dell'Iseran che dello Stelvio.
I francesi hanno poi realizzato un anello attorno alla cima della Bonette, che raggiunge la ragguardevole quota di 2.802 metri... bellissmo, con delle viste indimenticabili... ma comunque circa 30 metri più bassa della Strada dei Ghiacciai di Solden :-)
Polemiche a parte, anche se la Bonette non è nel tracciato della Route des Grandes Alpes... una volta che sei qui, che fai, non ci sali?
Ci sali, ci sali!
Tra l'altro il versante nord, quello di Jausiers, è asfaltato bene, molto divertente e permette una guida sportiva e ritmica, almeno fino a quando non si sale troppo in quota.
Ma lassù non si può cercare il ritmo: qui sono i panorami e le emozioni a farla da padrone...
Dalla Couillole alla Cayolle 

Dalla Couillole alla Cayolle, il fiume Var 
Dalla Couillole alla Cayolle: l'imponente massiccio della Bonette


Col de la Cayolle 


Quota 2.715: il vero colle della Bonette 
Bonette: quota 2.802 
Bonette: non sarà la strada più alta d'Europa, ma i panorami sono indimenticabili!
Bonette: non sarà la strada più alta d'Europa, ma i panorami sono indimenticabili!
Il pomeriggio è ormai inoltrato. Saliamo al Colle di Vars e poi, non trovando alberghetti o paesi che attirino particolarmente la nostra attenzione (da queste parti a fine settembre molti sono gli hotel chiusi, ed i paesi che si dedicano principalmente agli sport invernali hanno ormai l'aspetto di località deserte e tristi)) compiamo una deviazione di una decina di chilometri in direzione Colle dell'Agnello. A Ville-Vieille di Chateau Quayras conosciamo un alberghetto carino ed economico. Non solo è aperto e ci accoglie, ma è aperto anche il negozio di prodotti tipici che, lì vicino, vende le marmellate di "mirtylles sauvages" più buona d'Europa... questo non lo dicono i francesi, ma lo scrive Gattostanco... provare per credere ;-)





Martedì 21 settembre. Indossiamo un micropile sotto la giacca in pelle, perchè la temperatura non supera i 6 gradi, e l'Izoard è oltre quota 2.300 metri.
Le rocce che contornano la strada sono affascinanti, l'asfalto è perfetto. Il traffico, ovviamente, rarefatto. Noi e qualche motociclante teutonico. Peccato che in cima i negozietti di souvenirs siano ovviamente chiusi...
Scendiamo al Lautaret e poi affrontiamo lo splendido Galibier. Ci siamo già passati due volte, ma sempre accompagnati da nubi, acqua, neve. Oggi il Galibier ci regala una giornata fantastica ed una vista indimenticabile... davvero.
Scendiamo poi affrontiamo il facile e veloce Col du Telegraphe e seguiamo le indicazioni della Route des Grandes Alpes: per raggiungere la prossima meta significativa, l'Iseran, infatti, c'è da percorrere un po' di strada noiosa che passa da Modane.
Ma appena la strada torna a salire, ecco che la noia scompare: il Col de la Madeleine (m.1746) poi l'Iseran, mèta ancora più alta dello Stelvio!

Salendo all'Izoard 
'Izoard

Izoard 
In cima al Lautaret 
Salendo sul Galibier 
Galibier 
La vista dalla cima del Galibier 
Col du Telegraphe 
Il Fort du Telegraphe 
Verso l'Iseran 
Verso l'Iseran

Iseran

La vista dal Col de l'Iseran è splendida, sono pronto a tirar fuori il portafoglio per comprare qualche adesivo e... naturalmente l'unico rifugio-punto vendita di suovenir è già chiuso... i francesi a mio avviso potrebbero incassare molto di pià dalla Route des Grandes Alpes... il tracciato è affascinante, i passi pure... ma qui non si trova neppure un aadesivo della RdGA, in cima a molti passi non c'è nulla e a metà settembre quel che c'è, è già chiuso)... mah.
La discesa porta ad attraversare le brutture di Val D'Isère (quanto male fa lo Sci alla montagna... altro che i rumori molesti delle moto) per poi risalire in mezzo al paesaggio incantato del Cormet de Roselend, uno dei luoghi più belli del mondo!!!

Brutture della Val d'Isere 
Il Cormet de Roselend è bellissimo!


Il Cormet de Roselend è bellissimo!

Il Cormet de Roselend è bellissimo!
Incontri scendendo dal Cormet de Roselend

Altrettanto bella la vista che si gode da Hauteluce e dal Colle de Saisies: il Monte Bianco illuminato dal sole del pomeriggio inoltrato.
Il Monte Bianco visto da Hauteluce 
Il Monte Bianco visto da Hauteluce
Comincia a far tardi: passiamo l'Aravis e ci troviamo a dover combattere per la ricerca di un albergetto carino... come sempre nelle grandi stazioni da sci invernale la tristezza del "tutto chiuso" ci fa fuggire... chiediamo informazioni e usciamo per una decina di chilometri dal tracciato della RdGA: a Thones troviamo un alberghetto tenuto da favola (l'Hotel du Midi) ed una piccola cittadina ben conservata, viva, ordinata. Una buona sosta, in effetti. Vive la France ;-)
Il Colle di Aravis
Thones
Thones: svelato il segreto dei fiorni sempre belli


Mercoledì 22 settembre. Ripartiamo da Thones senza fretta, ormai la fine della Route des Grandes Alpes è vicina. Il Col de la Colombiere è ancora un bel passo, ma ormai il meglio è alle spalle. Siamo in zona di stazioni sciistiche: Cluses, Le Gets. I cartelli della RdGA comunque sono ancora ben presnti e ci guideranno fino al Lago di Ginevra (le Lac Leman) a Thonon les Bains, dove la stada finisce.
Fa una strana impressione, in un paio d'ore, essere in riva al lago, nei pressi del porto dei pescatori, anche se ricordo che mi fece ancora più impressione giungere al Mediterraneo dopo aver percorso tutto l'arco alpino. Sì, se mi chiedete un consiglio, direi che è pià emozionante farla nel verso opposto a quello scelto da Claudia ed io sottoscritto quest'anno... comunque per chi deve ancora partire, basta invertire le piantine :-)
Col de la Colombiere 
Thonon les Bains, sul Lago di Ginevra. QUI finisce la Route des Grandes Alpes 
Thonon les Bains, sul Lago di Ginevra. QUI finisce la Route des Grandes Alpes

Noi quest'anno abbiamo scelto di rientrare a Ravenna per il Passo del Gran San Bernardo, e di fare una sosta per la notte a Cogne, un paesino che ci è sempre piaciuto, fin da quando, vent'anni fa, siamo stati a fare qualche settimana di trekking.
Troviamo una stanza ed un'ottima cena da Lou Rossignon. Domattina, dopo aver gironzolato per Lillaz e Valnontay, e dopo aver comprato le ultime golosità montanare da portare a casa, rientreremo verso la pianura.
Il Col de Grand Taillet: direzione Svizzera
Il Colle del Gran San Bernardo 
Il Colle del Gran San Bernardo 
Cogne. Ci fermiamo da Lou Rossignon, e domani si rientrerà a Ravenna

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La Stelvio: ne sono sempre più soddisfatto. Quasi perfetta per viaggiare (avrebbe bisogno di un'autonomia maggiore), su strada è semplicemente impeccabile: maneggevole, ben frenata, protettiva e confortevole. Per niente affaticante.
Abbiamo viaggiato con le due valigie di serie (con borse interne antiacqua Trax da 13 euro l'una) e con il top case Trax da 36 litri. Oltre ai cambi di vestiario anche per la sera, siamo riusiti a portarci a casa 4 bottiglie di Genepy, cinque barattoli di marmellata, quattro confezioni di tegoline valdostane, 5 san bernardo di peluche per i bimbi delgi amici, un po' di sassi per la collezione di Claudia... insomma: per andare a Capo Nord basterebbe aggiungere la borsa serbatoio :-)
Sono arrivato a 11.200 chilometri. E' ora di portarla a fare il tagliando :-)



Altre info:
La Route des Grandes Alpes (il sito)
La collezione dei passi di Gattostanco ;-)








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