mercoledì 6 luglio 2011

Irlanda 2011 - day 13

Mercoledì 6 luglio Andiamo a recuperare le moto nel garage 'custodito' senza svegliare il 'custode' che se la dorme con la testa all'indietro e a bocca spalancata dietro la vetrata del suo gabbiotto. Quel garage non era proprio il massimo, ma anche questa volta ci è andata bene, e per di più le moto hanno dormito al riparo dagli acquazzoni che questa notte hanno lavato per bene l'aria di Dublino.
Evitiamo il tunnel e ci affidiamo allo Zumo 550 di Stefano (ieri sera, mentre io prendevo appunti a penna per scrivere questo report, lui tracciava una rotta di uscita dalla capitale). Non ci mettiamo molto a ritrovarci in mezzo alla campagna irlandese, e poi addirittura in collina. Abeti, vegetazione fitta e verdissima, strade ben livellate: l'Irlanda a sud di Dublino è completamente diversa da quella che abbiamo conosciuto la settimana scorsa nell'ovest!
Pare quasi montagna, anche se mancano le cime rocciose alle quote alte. Passiamo Roundwood, il villaggio più alto d'Irlanda, e ben presto siamo nell'affascinante Glendalough, amena località dove Frate Kevin voleva fare l'eremita, ma venne (novello Forrest Gump) seguito da tanti discepoli che alla fine costruirono un vero e proprio villaggio...
Glendalough
Glendalough
Raggiungiamo il villaggio di Hollywood attraversando i Monti Wicklow ed il Wicklow Gap. Abbiamo ancora qualche cartolina da spedire, ma l'ufficio postale di Hollywood è abbandonato e chiuso...

Le nubi, che ci hanno praticamente lasciato in pace per tutti questi giorni (eccetto qualche acquazzone non particolarmente fastidioso all'ovest), sembra vogliano prendersi la rivincita. Il cielo in breve si chiude e comincia a piovere. Poi aumenta anche il vento, mentre la temperatura scende a 11 gradi. A metà pomeriggio, nei pressi di Wexford, l'acqua ci sferza copiosa e quasi in orizzontale, tanto è forte il vento... passiamo Wexford senza neppure pensare di tirare fuori la macchina fotografica, o fare una sosta...

Avevamo pensato di fermarci a Rosslare per imbarcarci l'indomani (per tornare a cena al Culleton's Pub, come appena arrivati in terra d'Irlanda), ma Stefano tira dritto fino al terminale del porto. C'è un aliscafo veloce della Stena Line che sta chiudendo il check. Probabilmente, impietositi da questi quattro sfigati infreddoliti e sgocciolanti, dal terminal telefonano e avvisano la nave che stiamo arrivando. Attraversiamo in velocità il porto fino al traghetto, con gli addetti che ci guidano a gesti in mezzo al vento e all'acqua. A bordo, l'aliscafo parte che stanno ancora legando le moto... e la stiva era già chiusa: per salire devono aprirci gli addetti al carico.
Ma, visto il tempo, la scelta di prendere al volo l'aliscafo per l'Inghilterra è assolutamente condivisibile: ci avvantaggiamo così di mezza giornata.
In due ore (scarrocciando e saltando in un mare abbastanza agitato e lottando contro il forte vento), l'aliscafo ci scarica un po' stravolti a Fishguard. Cerchiamo subito un accogliente B&B in paese per una doccia bollente, e poi una ottima cena al Royal Oak, lo storico pub locale consigliatoci dai gestori del B&B.
Fuga dall'Irlanda
Fishguard
L'aliscafo che ci ha portato a Fishguard
 

Royal Oak
Fishguard
 L'itinerario della giornata



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